Dall’1 gennaio il servizio è svolto dalla Impregico di Taranto, vincitrice dell’appalto. Ma la società siracusana, che si è occupata per due anni della raccolta dei rifiuti, chiede ai giudici amministrativi l’annullamento degli atti di gara.
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La spada del ricorso. Dall’1 gennaio è la Impregico Srl – impresa pugliese aggiudicataria della gara d’appalto espletata dall’Urega – ad avere in carico il servizio d’igiene urbana. Ma sull’affidamento, formalizzato il 31 dicembre con un verbale di consegna “sotto riserva di legge”, grava l’attesa di un pronunciamento del Tar al quale si è rivolta, com’è noto, la Igm Rifiuti Industriali, che ha gestito il servizio negli ultimi due anni. L’impresa siracusana dei Quercioli Dessena, piazzatasi all’ultimo posto in graduatoria dietro la Impregico di Taranto, la Ionica Ambiente di Floridia, la Tek.R.A. di Salerno e la Eco.Car di Latina, ha chiesto ai giudici amministrativi etnei l’annullamento del provvedimento di aggiudicazione definitiva del servizio e di tutti gli atti di gara. L’inserimento del responsabile unico del procedimento nella commissione di gara – è la contestazione posta a fondamento del ricorso – avrebbe prodotto un «insanabile vizio e alterazione della genuinità e trasparenza della procedura di gara».
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Il 14 il verdetto. Attesa per il 14 gennaio, la sentenza potrebbe rimettere tutto in discussione. Se infatti il Tar dovesse accogliere il ricorso della Igm, annullando gli atti impugnati, si dovrebbe di fatto ripetere la gara d’appalto. L’amministrazione comunale, a quanto pare, conta di spuntarla. E difende la propria scelta di aver dato comunque seguito all’esito della gara affidando il servizio all’impresa tarantina. Scelta le cui motivazioni sono chiarite nel verbale di consegna: «A prescindere da ogni considerazione (pure adombrata dalla Igm Rifiuti Industriali all’interno della propria istanza cautelare) in ordine al protrarsi del cosiddetto periodo di stand still fino alla data della prossima camera di consiglio, assumono valore dirimente due circostanze. La prima: l’ordinanza sindacale del 30 giugno 2020 prevede che l’affidamento a Igm abbia quale termine finale il 31 dicembre 2020. La seconda: il ricorso proposto da Igm è teso alla caducazione e successiva riedizione della procedura di gara e non allo scorrimento della graduatoria, con conseguente attribuzione in proprio favore del servizio in questione». Circostanze che, di fatto, escludono «la sussistenza dei presupposti per l’adozione di un provvedimento di proroga del servizio».
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