L’impegno del Comitato unitario per la sanità pubblica e la petizione popolare per chiedere l’istituzione della rete multidisciplinare per il trattamento del tumore alla mammella.
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«Traguardo che ci ha visti protagonisti». «La istituzione della Breast Unit è per noi motivo di doppia soddisfazione. In primo luogo per il fatto in sé, in secondo luogo perché abbiamo contribuito da protagonisti a raggiungere questo straordinario traguardo». Lo ricorda Paolo Censabella, a nome del Comitato unitario per la sanità pubblica, alla vigilia della manifestazione per la presentazione della rete multidisciplinare per il trattamento del tumore alla mammella, che si svolgerà domani tra Lentini, Carlentini e Francofonte e che si concluderà con una conferenza all’ospedale di Lentini, dove ha sede l’unità operativa (qui il programma).
La petizione popolare. «Il 20 giugno dello scorso anno – ricorda Censabella – denunciammo la mancata previsione, nel piano regionale predisposto dall’assessore alla salute, della Breast Unit in provincia di Siracusa. Una mancata previsione che mortificava una realtà già esistente. Avviammo subito una interlocuzione col direttore dell’ospedale di Lentini prima e con il direttore generale dell’Asp dopo per chiedere una correzione del piano. Promuovemmo una petizione popolare raccogliendo oltre cinquemila firme, consegnate il 20 settembre dell’anno scorso all’assessore Razza che si impegnò, coerentemente con la nostra richiesta, a istituire la Breast Unit».
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La firma del decreto. «Poi lo scorso 31 gennaio, con nostra immensa soddisfazione – ricorda ancora Censabella a nome del Comitato unitario per la sanità pubblica – l’attesa firma del decreto da parte dell’assessore Razza. Va ricordato che a sostegno della Breast Unit si sono impegnati gli onorevoli Giorgio Pasqua, Giovanni Cafeo, Rossana Cannata e i sindaci di Lentini, Carlentini e Francofonte, Saverio Bosco, Giuseppe Stefio e Daniele Lentini. Come va ricordato anche l’impegno dei moltissimi volontari che hanno raccolto oltre cinquemila firme a sostegno della petizione popolare, riaffermando il principio che le donne e i cittadini della provincia di Siracusa non sono figli di un dio minore, come non lo sono i nostri operatori sanitari».
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