Numerose le osservazioni formulate dal Libero consorzio comunale di Siracusa. Per il sindaco «la testardaggine comincia a dare i suoi frutti».
Il no dell’ex Provincia. Non piace neppure all’ex Provincia regionale di Siracusa la discarica che la Gesac, società della famiglia Leonardi finita nei mesi scorsi sotto i riflettori della magistratura nell’ambito dell’inchiesta “Mazzetta Sicula”, vorrebbe realizzare in contrada Scalpello, all’interno di due vecchie cave di tufo. Nell’ambito della procedura di valutazione dell’impatto ambientale della discarica, il Libero consorzio comunale di Siracusa ha infatti espresso parere negativo.
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Le osservazioni. Parecchie le osservazioni formulate dal Servizio tutela ambientale ed ecologia del Settore territorio e ambiente dell’ex Provincia. Quasi quattro cartelle di richieste, analisi e considerazioni. Per esempio: nel progetto – previsti due bacini di abbancamento, rispettivamente con una capienza di 846.780 e 1.905.758 metri cubi di rifiuti, per un totale di 2.752.538 metri cubi, estesi il primo 48.750 metri quadrati, il secondo 71.400 – «non è indicata quale percentuale dei rifiuti in ingresso si presuma essere di origine urbana e viceversa di origine speciale».
Previsioni vecchie. Per l’ex Provincia, ancora, «il progetto è basato sulla previsione dei quantitativi di rifiuti da smaltire in discarica per singola Srr di cui al Piano regionale aggiornato al 2016 e pertanto non è stato considerato l’incremento di raccolta differenziata avuto negli ultimi anni», secondo i dati della Regione passata dal 20% al 40%. C’è di più. Manca nel progetto «una ricognizione di altri impianti di smaltimento di rifiuti non pericolosi presenti o in via di autorizzazione in Sicilia orientale». Ricognizione, secondo il Libero consorzio, «utile al fine di fornire una panoramica completa sulla capacità di abbancamento di rifiuti attuale e futura nel territorio».
Rischio inquinamento. Il rischio di inquinamento anche in tempi decennali della falda sottostante – è un’altra delle osservazioni formulate dal Servizio tutela ambientale ed ecologia del Settore territorio e ambiente dell’ex Provincia – «non è stato esaminato e valutato in maniera del tutto completa». «Sebbene sia prevista la realizzazione di sistemi di captazione, raccolta e trattamento del percolato – si legge nel parere del Libero consorzio – si ritiene opportuno valutare in che tempi eventuale percolato non captato potrebbe fuoriuscire a causa dello sfaldamento dei teli posti sul fondo e sulle pareti e che tipo di composizione del percolato è attesa nel lungo periodo e quindi che grado di tossicità potrebbe avere per gli ecosistemi».
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Bosco: «Non siamo più soli». Compiaciuto il commento del sindaco Saverio Bosco: «La testardaggine comincia a dare i suoi frutti. Non siamo più i soli a rilasciare parere negativo contro la realizzazione di una nuova discarica sul nostro territorio». Un’altra discarica nel territorio di Lentini che ingoierebbe, per circa 4 anni, qualcosa come 58mila tonnellate al mese di spazzatura.
Gesac come Pastorino. L’idea della Gesac di riutilizzare due vecchie cave di tufo ormai dismesse richiama quella della Pastorino, impresa siracusana che in contrada Armicci, a pochissima distanza dal sito di Scalpello, aveva progettato di realizzare una discarica per rifiuti speciali non pericolosi, autorizzata dalla Regione nonostante la resistenza di cittadini, comitati e amministrazione comunale. Mesi di battaglie, pareri contrari, sit-in, contestazioni e ricorsi, culminati inizialmente nello stop alla realizzazione dell’impianto imposto da una sentenza del Tar di Catania in seguito ribaltata dal Cga di Palermo con un provvedimento rimasto di fatto inefficace poiché era nel frattempo decaduta la valutazione d’impatto ambientale rilasciata in precedenza dalla Regione.
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