Per Fratelli d’Italia «quanto sta accadendo lascia attoniti anche i più ottimisti». Il Partito democratico auspica che si riesca a trovare rapidamente una soluzione adeguata. Immediata la risposta dell’amministrazione comunale che con un post pubblicato sui social dal sindaco Saverio Bosco replica a bugie e inesattezze.
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FdI: «I bambini priorità imprescindibile». Lance in resta delle forze politiche di opposizione contro l’amministrazione comunale per la gestione dell’emergenza seguita alla chiusura dell’istituto comprensivo Vittorio Veneto e per i ritardi nell’approntamento delle aule necessarie. Per il circolo locale di Fratelli d’Italia «quanto sta accadendo in queste ore lascia attoniti anche i più ottimisti». «Già da prima del lockdown – si legge in una nota – si sapeva che l’edificio di via Piave aveva necessità di interventi di messa in sicurezza. Come mai non si è provveduto a intervenire durante tutti questi mesi di chiusura?». Per Fratelli d’Italia, che accusa l’esecutivo di «approssimazione disarmante» e di «impreparazione incredibile», è «offensiva e inaudita la proposta di mandare i nostri studenti all’ex pescheria, quando esistono diversi beni comunali affidati a varie associazioni che possono essere riqualificati per questa attività». «I bambini lentinesi – conclude Fratelli d’Italia, che chiede le dimissioni dell’assessore all’edilizia scolastica – sono una priorità imprescindibile per il territorio e come tale vanno tutelati insieme alle loro famiglie».
Pd: «Si trovi rapidamente una soluzione». Di «gravissimo disagio» per la chiusura del Vittorio Veneto parla il Partito democratico che esprime «piena solidarietà alle famiglie e agli operatori scolastici» e addossa le responsabilità all’amministrazione comunale. «Da oltre un anno – scrive il segretario del Pd Italo Giordano – si sa che ci sono problemi di idoneità sismica dell’immobile e da quattro mesi si sa che la Regione ha chiesto al Comune la chiusura della scuola. In assenza di una seria programmazione, procedendo per improvvisazioni e approssimazioni, i problemi si aggravano e diventano di difficile soluzione. Auspico che si riesca a trovare rapidamente una soluzione adeguata, che doveva essere pronta da tempo. Il mondo scolastico è già in tensione per tutte le problematiche relative al Covid e ha bisogno di poter fare affidamento su istituzioni sensibili e responsabili».
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Immediata la risposta dell’amministrazione comunale che con un post pubblicato sui social dal sindaco Saverio Bosco replica a bugie e inesattezze. «Che – dice – sui social sono dieci volte più efficaci delle verità dimostrabili». Sul “finanziamento per ricostruire la Vittorio Veneto che c’è da dieci anni e non è stato fatto nulla” Bosco chiarisce: «Del 2017 è il primo decreto di finanziamento di 334.840 euro per ricostruire tetto e terzo piano. Del 2019 il secondo di 1.165.159 euro sempre per la stessa finalità. Purtroppo, la scuola da novembre 2019 a maggio 2020 non supera le prove di vulnerabilità sismica e questa circostanza rende insufficienti le somme a disposizione e inutile il solo intervento di rifacimento del tetto. Per adeguare sismicamente la scuola e consegnarla fruibile occorre una cifra, richiesta con un nuovo progetto, di circa 12 milioni di euro. È utile ricordare che la Vittorio Veneto è una scuola antica di seimila metri quadrati che si sviluppa su tre piani». Su “la scuola poteva rimanere aperta” il sindaco spiega che «nessuna persona responsabile e di buon senso metterebbe dei bambini in una scuola giudicata vulnerabile sismicamente in un territorio ad elevato rischio come il nostro e neanche chi fa opposizione farebbe una pazzia simile visto che chi oggi fa opposizione potrebbe vincere le elezioni e governare la città». Sulle voci secondo le quali “i bambini potevano essere ospitati nei locali dell’ex monastero” Bosco spiega che «nonostante l’ex monastero fu ristrutturato, l’edificio non ha superato le prove di vulnerabilità sismica al pari della Vittorio Veneto e andrebbe chiesto agli amministratori di allora quali criticità rendono questa scuola ancora vulnerabile simicamente nonostante i lavori eseguiti». Sulla possibilità di “spostare la scuola a palazzo Beneventano”, l’amministrazione comunale chiarisce che «i locali del palazzo, oltre a non soddisfare i requisiti strutturali necessari per ospitare una scuola, non sono dotati di impianti e servizi igienici per ottenere l’agibilità e ospitare centinaia di bambini». Riguardo poi al ritardo nei lavori di adeguamento e trasloco Bosco ricorda che «il bando di finanziamento per i lavori, le locazioni di immobili e il trasloco delle aule scadeva il 26 agosto, il 10 settembre il Comune ha ricevuto il decreto di finanziamento di 350 mila euro e in venti giorni si sta correndo contro il tempo lavorando su edifici che avevano bisogno di adeguamenti, come l’ex Ipab Aletta, parte dell’istituto Manzitto, gli ex uffici comunali di via del Museo, parte dell’istituto Alaimo». Sul “metteranno i bambini all’ex pescheria”, inoltre, Bosco parla di «notizia non commentabile per la sua assurdità ma soprattutto per l’inconsistenza di chi l’ha divulgata; l’ex pescheria è a disposizione della scuola Vittorio Veneto per attività extra didattiche». Infine le presunte accuse dell’amministrazione al preside del liceo Elio Vittorini di non concedere le sue aule. «Con il Vittorini, così come con tutte le altre scuole – spiega Bosco – ci sono state interlocuzioni formali documentate al fine di cercare spazi e aule, nessuno dell’amministrazione comunale ha mai messo in dubbio la mancanza di aule lamentata dal dirigente del Vittorini e comprendiamo ovviamente le difficoltà che in questo periodo i dirigenti scolastici stanno affrontando a causa dell’emergenza Covid, al pari dei pubblici amministratori. Sono certo che molti farebbero di più e meglio di questa amministrazione, ma dovrebbero avere la capacità, oltre ad abbaiare e starnazzare, di dire alla città come».
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