Sentiti anche gli attuali amministratori giudiziari della Sicula Trasporti e Maria Adagio del Coordinamento per il territorio. Il sindaco: «Dico tutto quello che è successo a partire dal 2009».
La “situazione della Sicula Trasporti” al centro delle audizioni della Commissione regionale antimafia presieduta da Claudio Fava in programma questa mattina a Catania nella sede dell’Ars. Davanti ai membri dell’Antimafia gli amministratori giudiziari della Sicula Trasporti – la società della famiglia Leonardi proprietaria della mega discarica di Grotte San Giorgio, finita sotto la lente d’ingrandimento della magistratura nell’ambito dell’operazione “Mazzetta Sicula” – ma anche il sindaco Saverio Bosco, Maria Adagio in rappresentanza del Coordinamento per il territorio No Discarica Armicci Bonvicino e Francesco Ruggero dell’Associazione Beni Comuni Bonvicino. Preannunciando la propria audizione, Bosco si è soffermato sulle cose che dirà, «le stesse già dette durante le precedenti audizioni che sono poi confluite nella relazione finale sul ciclo dei rifiuti in Sicilia».
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Il primo cittadino dovrebbe fornire indicazioni su quello che è successo a partire dal 2009. «Il 4 giugno di quell’anno, in occasione di un primo ampliamento della discarica, la giunta dell’epoca – ha ricordato Bosco anche nel corso della recente seduta di consiglio comunale – approvò uno schema di convenzione con la Sicula Trasporti che prevedeva per il nostro comune, nel cui territorio sorge in parte l’impianto, una consistente riduzione delle tariffe di conferimento. Una convenzione, però, di fatto mai rispettata e che da quando ci siamo insediati, nel 2016, chiediamo venga applicata avendo avviato un procedimento giudiziario».
«Può un comune essere in dissesto finanziario quando avrebbe dovuto ricevere, invece, milioni di euro per undici anni dalla discarica? È l’interrogativo che proverò a porre in Commissione», ha anticipato ieri Bosco. Aggiungendo: «Come ha già fatto la Commissione antimafia, anche la procura etnea, da cui sono stato ascoltato, si sta chiedendo come mai abbiamo nel nostro territorio una discarica enorme, che solo l’inchiesta accerterà se ha avvelenato o meno l’aria e il sottosuolo, ma siamo un comune senza soldi e in dissesto finanziario. Alla procura ho fornito gli atti su ciò che come amministrazione comunale, in questo lungo braccio di ferro con la Sicula, che non è un braccio di ferro con le persone che ovviamente conosciamo, abbiamo fatto dal 2016 a oggi. È chiarissimo, carte alla mano, chi legittimamente nel 2009 espresse parere favorevole all’ampliamento e chi legittimamente ha invece espresso in questi anni sempre parere contrario, in giunta, in consiglio, in conferenza dei servizi. Ci sono date e autorizzazioni e non possono esserci dubbi. Se questo non è chiaro non lo è o per mancanza di informazioni oppure perché si è in malafede».
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