Non ce ne voglia il sindaco di Augusta Giuseppe Di Mare se dedichiamo alla sua reazione alle critiche di un gruppo di ambientalisti la riflessione di oggi.
Due giorni fa, nel corso di una conferenza stampa, il coordinamento Salvare Augusta, un cartello di associazioni ambientaliste, ha illustrato il contenuto di un esposto all’Assessore Regionale al Territorio e all’Ambiente, nel quale denunciano alcune scelte in materia urbanistica.
Nell’esposto, inviato per conoscenza a diverse autorità e istituzioni tra cui il sindaco di Augusta, il coordinamento denuncia l’eccessiva cementificazione del territorio, che colloca Augusta al secondo posto in Sicilia nella poco invidiabile graduatoria stilata dall’Arpa sul consumo di suolo.
Gli ambientalisti chiedono alla Regione “di accertare eventuali violazioni di leggi e regolamenti in materia urbanistica ed edilizia e di annullare le deliberazioni dei piani attuativi e dei provvedimenti comunali di assenso a interventi non conformi alle normative vigenti, di strumenti urbanistici e regolamenti”.
Nell’articolo di Agnese Siliato si possono leggere i dettagli.
Non è nostra intenzione entrare qui nel merito, pur avendo sulle questioni le nostre idee.
Ci vogliamo invece soffermare sulla reazione del sindaco Di Mare, comprensibilmente contrariato per le accuse nei riguardi dell’operato della sua amministrazione.
Qualche ora dopo la conferenza stampa, nel corso di una diretta sul suo profilo social, ha infatti risposto alle contestazioni.
“Ho letto un articolo, ho visto le foto e i nomi di chi parla di queste cose.
Almeno due rappresentano la memoria storica dello sviluppo urbanistico di questa città, perché anagraficamente oltre i sessant’anni.
Quindi a mio giudizio non dovrebbero parlare.
Perché lo sviluppo non è stato proprio limpidissimo e questi due avevano ruoli importanti.”
Siamo andati a leggere l’articolo di Massimo Ciccarello, su Ecostiera, e abbiamo guardato le foto a cui si riferisce il sindaco per capire chi fossero le due persone che “non dovrebbero parlare”.
Di ultrasessantenni, categoria che ci sta particolarmente a cuore, non fosse altro che per la grazia che ci è stata concessa di militarci, ne abbiamo individuati tre: don Palmiro Prisutto, il leader di Legambiente Enzo Parisi e il preside Gianbattista Totis.
Ci siamo chiesti chi fossero tra loro i due a cui si riferisce il sindaco.
Forse Totis, che ha avuto ruoli politici ed è stato riferimento della sinistra augustana, schieramento che a lui non è mai stato particolarmente caro?
O don Palmiro Prisutto, che in tutta Italia, e anche oltre, è riconosciuto come un simbolo delle battaglie in difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini?
O magari Enzo Parisi, vera icona dell’ambientalismo siciliano e nazionale, che alla battaglia dell’ambiente ha dedicato, con coerenza e senza mai rincorrere ambizioni personali di alcun tipo, il suo talento, il suo impegno e l’intera sua vita?
Lo scempio urbanistico della città non è certo responsabilità del sindaco Di Mare e della sua amministrazione, ma quello che è sembrato cogliere nella denuncia politica degli ambientalisti è la mancanza di una inversione di tendenza.
Fa bene il sindaco a difendere la legittimità delle scelte e delle decisioni, nelle sedi a cui spetta decidere in merito, se ne è convinto.
Anzi, questo gli fa onore.
Ma sulla opportunità politica è diritto di ognuno esprimere la propria opinione, perfino degli ultrasessantenni.
Si può non essere d’accordo con certi ‘estremismi’, come li definisce qualcuno, delle battaglie di don Palmiro, e con certe sfumature ‘caratteriali’ del suo approccio con le istituzioni, di cui peraltro paga il prezzo.
Si può non condividere l’approccio su alcune battaglie di Legambiente, di cui Enzo Parisi è riconosciuto come uno dei padri a livello nazionale.
Cita ad esempio la rimozione del canneto di viale America e l’opposizione alla realizzazione di un Mc Donald’s su un terreno del comune.
Tutto lecito, sindaco Di Mare, ma il rispetto per l’impegno e le storie personali di chi si è battuto e si batte per la collettività va riconosciuto, senza se e senza ma, e a prescindere dalle proprie convinzioni personali.
Figure come loro sono patrimonio delle città e della comunità, e lei sa bene che ce le invidiano in tanti.
Se oggi siamo tutti ‘green’, se la sensibilità sui temi dell’ambiente e della salute è patrimonio di tutti, è merito delle battaglie di chi si è speso in tempi in cui farlo non rendeva certo popolari.
Il loro impegno vale quanto il suo di sindaco, e merita lo stesso rispetto.
Contesti pure le loro battaglie e il contenuto delle rivendicazioni, ma non inciampi nell’errore di delegittimare chi non la pensa come lei.
È un consiglio che ci permettiamo, da ultrasessantenni, di dare a un giovane intelligente e brillante politico che ha ancora tanta strada aventi a sé.
Non comprometta quello che di buono sta facendo, per qualche sassolino, per qualche peccato di orgoglio.
Il confronto e il dissenso sono il sale della democrazia, ci costringono a riflettere e ci difendono dal rischio di derive napoleoniche.
Non se la prenda sindaco, un abbraccio sincero e buon lavoro.