Un diverbio all’origine del grave ferimento dell’uomo, già vittima due anni fa di un attentato simile. A quattro giorni dall’episodio provvedimento di fermo di indiziato di delitto per tre francofontesi ora rinchiusi nel carcere di Brucoli.
I tre arrestati. Sono tre gli accusati del tentato omicidio di Domenico Fava avvenuto giovedì scorso a Francofonte. Si tratta di Antonino Dimaiuta, Vincenzo Lia e Ottavio Calderone, rispettivamente di 48, 44 e 43 anni. I tre sono stati arrestati dai carabinieri della locale stazione e del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Augusta in esecuzione del decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dal pubblico ministero Carlo Parodi.
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Il tentato omicidio e le indagini. Giovedì sera Domenico Fava era giunto al pronto soccorso dell’ospedale di Lentini con ferite d’arma da fuoco. Due anni fa l’uomo era stato vittima di un attentato simile, da cui era riuscito miracolosamente a uscire vivo. In quella circostanza fu arrestato l’uomo ritenuto autore dell’attentato e il fatto fu ricondotto a dissidi familiari. Anche questa volta i carabinieri hanno operato con tempestività e grazie alla accurata conoscenza del territorio hanno accertato che nel pomeriggio della stessa giornata di giovedì la vittima aveva avuto un diverbio causato da futili motivi con uno dei tre arrestati, anch’egli coinvolto nei dissidi di due anni fa evidentemente non ancora risolti.
La ricostruzione del movente. Non sopportando il tenore delle parole utilizzate dal Fava e l’affronto subìto, l’uomo avrebbe contattato gli altri due complici, suoi cognati, per organizzare una spedizione punitiva. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, due ore dopo i tre avrebbero seguito a bordo di un’autovettura la loro vittima che si dirigeva con una moto nelle campagne di contrada Passaneto per andare ad accudire alcuni cavalli. Raggiunto dai tre, Fava è stato attinto da tre colpi d’arma da fuoco che lo hanno colpito in pieno al torace e di striscio al capo ed al braccio sinistro, fortunatamente senza esiti letali. I tre a quel punto si sarebbero dileguati a gran velocità facendo perdere le loro tracce.
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Il fermo e il carcere. L’attività investigativa, svolta con il coordinamento della Procura di Siracusa, ha consentito dunque ai militari dell’Arma di ricostruire in poche ore la dinamica del tentato omicidio, individuarne i presunti autori e raccogliere tutti gli elementi necessari per eseguire il provvedimento di fermo, riuscendo così a interrompere sul nascere quella che aveva tutte le caratteristiche di una faida interfamiliare. I tre arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Brucoli.
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