Arresti domiciliari per l’indagato che ha collaborato all’identificazione del branco che ha violentato a Villa Bellini una ragazza di 13 anni. Avrà l’obbligo del braccialetto elettronico.
Convalidato il fermo per i 3 minori e dei ragazzi maggiorenni. Il gip del Tribunale di Catania ha applicato a tutti le tre a custodia in carcere. Ha anche confermato gli arresti domiciliari per il quarto indagato, che ha collaborato all’identificazione del branco, ma con l’obbligo dell’uso del braccialetto elettronico. Sono due le Procure che attualmente indagano: quella distrettuale e quella per i minori.
Ieri ci sono stati gli interrogatori di garanzia nel Palazzo di Giustizia di Catania davanti al gip Carlo Umberto Cannella. Alcuni degli indagati hanno risposto alle domande del gip, alla presenza del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e della pm Anna Trinchillo, ha detto all’uscita il procuratore aggiunto. Uno dei quattro ragazzi egiziani arrestati è scoppiato in lacrime ma non ha mostrato “segni di pentimento” su quanto accaduto.
“Un indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere l’altro invece si è fatto interrogare e ha risposto alle domande del gip. Il primo vive in comunità il secondo lavora ad Acireale. Sono nel catanese da due anni“, ha riferito l’avvocato Alessandro Fidone riguardo ai due maggiorenni che assiste, tra i fermati per la violenza di gruppo. Il penalista ha precisato che il giovane che ha parlato con il gip “si è detto estraneo ai fatti”, aggiungendo che “era sul posto ma non ha partecipato all’aggressione e ha capito la gravità dei fatti”.