C’è anche l’avvocato catanese Alfio D’Urso tra i quattro accusati di aver offeso la reputazione di Leonardo Spa per aver diffuso una notizia falsa attraverso la rete internet.
Secondo la notizia, poi rivelatasi assolutamente priva di fondamento, l’azienda aerospaziale di Finmeccanica avrebbe manipolato a favore di Biden il voto informatico nelle elezioni americane del 2020.
Proviamo a ricostruire la vicenda, che ha portato all’assalto di Capitol Hill, sede del Congresso degli Stati Uniti, da parte dei seguici dell’ex presidente Donald Trump il 6 gennaio del 2021, per impedire la proclamazione del presidente eletto Joe Biden.
Trump, sconfitto dal rivale Biden, ha sempre negato la vittoria dell’attuale presidente, candidato dei democratici, sostenendo che l’esito del voto elettronico in alcuni Stati sarebbe stato manipolato a suo danno, per evitare la sua elezione.
Ma che c’entra in tutto questo un avvocato di Catania?
L’avvocato D’Urso all’epoca presentò una dichiarazione, secondo il diritto americano un ‘General affidavit’, con la quale attestava che dipendente della Leonardo, Arturo D’Elia, avrebbe “dichiarato all’autorità giudiziaria di Napoli di aver partecipato, utilizzando la dotazione tecnologica messagli a disposizione dalla Leonardo nella città di Pescara, ad una campagna di hackeraggio volta ad alterare il risultato delle elezioni presidenziali americane nel 2020”.
Una teoria del complotto, che la stampa americana ha battezzato ‘Italygate’, e che ha alimentato la convinzione dei sostenitori di Trump della reale esistenza di brogli elettorali, attraverso la campagna ‘Italy did it’, letteralmente ‘l’Italia lo ha fatto’.
Durante l’occupazione della sede del Congresso, proprio ‘Italy did it’ era infatti uno degli slogan urlati dai manifestanti.
Secondo la teoria, rivelatasi del tutto inventata, per ordine dell’ambasciatore americano a Roma e con l’assenso dell’ex presidente americano Barak Obama e dell’ex premier italiano Matteo Renzi, per spostare, per via telematica, sarebbero stati voti di Trump per assegnarli a Biden, determinando così la sua elezione a presidente Usa.
L’operazione sarebbe stata svolta utilizzando le attrezzature informatiche e satellitari di Leonardo Spa, l’azienda di Finmeccanica.
L’hacker accusato di avere eseguito la manipolazione del voto elettronico smentì immediatamente di aver dato incarico di alcun tipo a D’Urso, ma questo non bastò a fermare la diffusione della teoria complottista ormai diventata virale, amplificata dalla galassia Qanon.
Ora, quattro persone, tra cui l’avvocato catanese e due cittadine americane, sono finite sotto processo con l’accusa di diffamazione in concorso ai danni dell’azienda.
Il processo è stato aggiornato al 3 aprile.