I Carabinieri della Stazione Carabinieri di Libino, nella serata, hanno segnalato all’Autorità Giudiziaria una 26enne catanese, già nota alle forze dell’ordine per pregresse vicende giudiziarie connesse alla famiglia, per i reati di maltrattamenti verso familiari e minacce gravi e lesioni.
In particolare, le attività dell’Arma hanno avuto inizio quando, a seguito di una richiesta di intervento giunta alla Centrale Operativa del Comando Provinciale di Catania, una pattuglia del Comando Stazione Carabinieri di Librino, già impegnata sul campo per la prevenzione e repressione dell’illegalità diffusa, veniva velocemente inviata presso il pronto soccorso dell’ospedale San Marco di Catania, poiché era stata segnalata la presenza di una donna e di una bambina vittime di aggressione.
I militari della Stazione, professionalmente preparati ad affrontare e gestire tutti quegli eventi considerati di “codice rosso”, hanno subito preso contatto con il personale medico che li ha accompagnati da una donna 47enne di Catania la quale, rassicurata dalla presenza dei Carabinieri ha, immediatamente denunciato le violenze subite da parte della figlia 26enne.
La donna, in lacrime ed esasperata per le continue vessazioni che stava subendo da parte della ragazza, ha raccontato cosa le fosse successo il giorno precedente. Infatti, ha raccontato che, la sera prima la figlia, per futili motivi relativi ad un rimprovero per il disordine in casa, in modo estremamente violento, l’avrebbe aggredita con schiaffi e pugni, tentando, addirittura, di spingerla giù dalla finestra della cucina, posta al quinto piano, afferrandola per i fianchi.
Momenti di panico che, solo grazie all’intervento della figlia minore, una bambina di 10 anni, non hanno avuto un epilogo più grave.
La piccola, però, nel difendere la madre, è stata a sua volta lievemente ferita.
Quindi sia la bimba che la madre, chiaramente in stato di shock, grazie all’aiuto di alcuni vicini che hanno chiesto l’intervento di un’ambulanza, sono state entrambe, trasportate al pronto soccorso per le cure necessarie.
I Carabinieri, in ospedale, udite tali gravi accuse, hanno quindi accompagnato la donna in caserma per formalizzare la denuncia e acquisire, pertanto una dettagliata ricostruzione dei fatti.
Durante la stesura degli atti, però i militari hanno subito percepito il timore che la 47enne, aveva nel rientrare in casa sua, in quanto, sapeva che li, vi avrebbe ritrovato la primo genita ad attenderla.
La preoccupazione, però, è durata pochissimo tempo, infatti, grazie alle prime informazioni acquisite in ospedale, successivamente formalizzate nei loro uffici, i Carabinieri, nel frattempo, erano già andati presso l’abitazione della famiglia, per cercare la 26enne che, subito rintracciata, veniva bloccata, messa in sicurezza ed accompagnata in caserma.
Per il gravissimo fatto di violenza domestica, l’Autorità Giudiziaria ha disposto nei confronti della ragazza il divieto di avvicinamento alle persone offese.
L’azione tempestiva e professionale dei Carabinieri ha garantito la sicurezza delle vittime e avviato le necessarie procedure giudiziarie.
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