La decisione era nell’aria ed è arrivata oggi nel corso della riunione del Consiglio dei Ministri che ha deliberato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Tremestieri Etneo nel Catanese.
Quello di Tremestieri diventa così il quarto comune della provincia di Catania ad essere sciolto per infiltrazioni mafiose negli ultimi due anni.
Nel 2023 erano stati sciolti Castiglione di Sicilia e Palagonia, e due mesi fa era stata la volta di Randazzo.
Nella riunione del oggi, il Consiglio dei Ministri, con quello di Tremestieri Etneo sono stati sciolti anche i consigli comunali di San Luca, in provincia di Reggio Calabria, e di Poggiomarino in provincia di Napoli.
Per San Luca si tratta del terzo scioglimento in 25 anni.
Il provvedimento del Consiglio dei Ministri è stato deliberato su proposta del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, in considerazione degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa, ai sensi dell’articolo 143 del Testo unico degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267).
Il numero dei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose dal 1991, anno in cui è entrata in vigore la norma che prevede lo scioglimento, sale così a 372, di questi 90 sono siciliani.
Il Comune sarà affidato della gestione di una Commissione straordinaria per la durata di diciotto mesi, rinnovabili di sei mesi.
Lo scioglimento arriva sugli effetti dell’inchiesta Pandora, che ha portato all’arresto di 11 persone, tra esponenti politici, funzionari comunali ed imprenditori, accusati a vario titolo di “scambio elettorale politico – mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti”.
Tra gli arrestati il sindaco Santi Rando, condannato nei giorni in primo grado a 8 anni di reclusione per scambio elettorale politico-mafioso.
Nell’ambito della stessa indagine, era stato indagato l’allora vice presidente della Regione Luca Sammartino, per il quale il Gip del Tribunale di Catania, nell’ambito dell’indagine Pandora, che ne ha disposto la “sospensione per la durata di un anno dai pubblici uffici ricoperti e da tutte le attività inerenti”, con l’accusa di corruzione aggravata.
Per effetti del provvedimento, ad aprile dello scorso anno, Sammartino si era dimesso dalla carica di vice presidente.
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