Nel suo ruolo di presidente delle Settimane Sociali dei cattolici italiani, Monsignor Luigi Renna, arcivescovo di Catania, ha concluso gli incontri di Tieste consegnando a Papa Francesco le riflessioni emerse.
Ha parlato di “una semina di ascolto e confronto”, della necessità di “raccogliere primizie di frutti che verranno”, e di come i cattolici “hanno messo in luce il desiderio di esserci e di contribuire a costruire democrazia”.
“Non è un caso che la ‘P’ di partecipazione e persona sia quella stessa di Politica, espressione alta della carità, servizio al bene comune”.
Con queste parole, mons. Renna ha riassunto l’impegno del popolo che è “pronto a ripartire sul terreno della democrazia, con il desiderio di partecipazione, per creare le condizioni del bene comune”.
A Trieste si sono confrontati oltre mille delegati diocesani, con rappresentanti di associazioni e movimenti della società civile.
La Settimana Sociale è stata l’occasione per raccontare anche le anche tante buone pratiche presenti in Italia.
Nel suo discorso, mons. Renna ha sottolineato come la traduzione concreta della dottrina sociale della Chiesa e del Suo magistero consista nel rinsaldare il legame ‘tra storia e futuro’
Rivolgendosi a Papa Francesco, ha affermato che “adesso si apre il tempo della responsabilità per far sì che la vita democratica non lasci indietro nessuno e non smetta di essere inclusiva e rispettosa della dignità di ciascuno.
L’alfabeto della democrazia è già presente nella nostra quotidianità e anima l’amicizia sociale attraverso il dialogo.
L’auspicio è che i semi che Dio ha posto in ciascuno germoglino nel terreno della democrazia”.
Prima delle conclusioni dell’arcivescovo di Catania, il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi aveva salutato il Papa giunto al Centro Congressi, con parole chiare sull’impegno dei cattolici in politica.
“I cattolici in Italia non sono e non vogliono essere una lobby in difesa di interessi particolari e non diventeranno mai di parte, perché l’unica parte che amano e indicano liberamente a tutti è quella della persona, ogni persona, qualunque, dall’inizio alla fine naturale della vita. Senza passaporto, qualunque. E non un amore qualsiasi, ma quello che ci insegna Gesù.
Ogni strumento è importante, ma nell’orchestra tutti hanno bisogno di accordarsi agli altri”.
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