L’Expo a Siracusa, in quota G7, ci ha ripresentato, o meglio ha dato risalto, ad un modo di intendere il cibo sano e in versione gourmet.
Tra i prodotti locali, con peculiarità particolari, vi è da sottolineare il “Trunzu” un ortaggio ritornato in auge ultimamente, anche grazie all’evento “DiviNazione” svoltosi in Ortigia a Siracusa.
Ma di cosa stiamo parlando?
Il cavolo trunzo, tanto decantato da Johann Wolfgang von Goethe, tipico dei comuni dell’Aci catanese, è riconoscibile grazie alle tipiche striature viola e la sua caratteristica risiede in particolar modo nella località in cui viene coltivato, ovvero le pendici dell’Etna.
Il cavolo rapa, come è conosciuto fuori dalla Sicilia, contiene molti minerali e vitamine come la B e C che lo rendono un “super” ortaggio, ed è possibile gustare questo eccellente prodotto durante due cicli di produzione: uno fra maggio e giugno e un altro durante il periodo dell’autunno, tra ottobre e novembre.
Presidio Slow Food, rischiava di sparire, ma è stato rilanciato grazie a finanziamenti e alla collaborazione con università.
Oggi la produzione è in crescita, con forte interesse anche da parte dell’industria farmaceutica.
Da prodotto di nicchia a consumo in larga scala?
Una scommessa che si può vincere, visto che il suo nome, Trunzo, dallo spagnolo torsolo, sta per testardo.
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