Sulla questione che ha visto gli studenti disabili del Comune di Catania subire grave danno a seguito della riduzione delle ore di assistenza a scuola, interviene l’associazione 20 novembre 1989 presieduta da Sebastiano Amenta.
Quest’ultimo sottolinea che è di competenza dell’Glo stabilire quante ore di assistenza sono necessarie al singolo studente per poter frequentare le lezioni e le attività scolastiche: “come facciano il sindaco Trantino e la sua giunta a modificare la decisione del Glo calpestando il Pei degli alunni non è dato sapere.
A parte il duro attacco che il primo cittadino di Catania ha lanciato alle categorie più deboli con uno sproloquio senza senso, paragonando chi con amore e professionalità cioè gli assistenti Asacom, vengono addirittura a delle protesi, rimaniamo senza parole per questo paragone, così come il nesso tra gli omicidi e accoltellamenti tra i più giovani, non riusciamo a capire cosa centrano gli alunni con disabilità”.
A tale riduzione di ore di assistenza, puntualizza l’associazione aderente alla First (Federazione Italiana Rete Sostegno e Tutela diritti delle persone con disabilità già Rete dei 65 movimenti), non sono state prese in considerazione né le famiglie né le associazioni.
“È evidente l’assenza di dialogo.
Con la riduzione del 15% delle ore spettanti viene leso il diritto allo studio di chi è in condizione di disabilità, lesione che peraltro avviene in pieno anno scolastico, stravolgendo non solo la programmazione ma anche i percorsi per l’inclusione”.
Amenta ricorda al sindaco che, quello allo studio è un diritto di tutti gli studenti e che la sua Amministrazione sta ponendo in essere condizioni che non permettono ai più fragili di godere pienamente di questo diritto.
Il sindaco e la sua giunta hanno indistintamente ridotto le ore assegnate ai bambini per ovvi motivi di bilancio, quando il diritto allo studio degli studenti con disabilità non può essere limitato da considerazioni di bilancio così come ha da tempo stabilito in modo perentorio la Corte Costituzionale con sentenze del 2010, del 2016 e del 2019″.
Il presidente dell’associazione invita chi ha figli fragili non tutelati da questa Amministrazione a rivolgersi all’associazione che rappresenta per la tutela dei diritti.
Anche la vice presidente dell’associazione 20 Novembre Michela Finocchiaro interviene sulla questione.
“Le barriere mentali sono serie difficoltà con cui le persone con disabilità e le loro famiglie ogni giorno devono combattere.
Nel momento in cui la società non offre gli strumenti, le risorse, le figure necessarie per avere le stesse pari opportunità accade che è la stessa società, in cui viviamo, che crea discriminazione e quindi una barriera sociale insormontabile che rende disabile una persona. che prima di avere una condizione di disabilità bisogna considerare la persona con una dignità da rispettare.
Con poche parole inoltre poco chiare, in pochi minuti, Il sindaco di Catania è riuscito a calpestare anni di 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐞 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐢, 𝐂𝐨𝐧𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐎nu, 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚’ 𝐞𝐝 𝐢𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞.
La dura verità è che- conclude Michela Finocchiaro – ad oggi l’inclusione delle persone è legata a fondi di bilancio, non al benessere della persona che prima di avere una condizione di disabilità bisogna considerare la che prima di avere una condizione di disabilità bisogna considerare la persona con una dignità da rispettare”.
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