Calabrò: «Nella sezione non risultavano neppure i voti della mia famiglia». Per la procura sarebbero state inserite «false indicazioni nel verbale delle operazioni elettorali».
L’iscrizione nel registro degli indagati. Fu Nuccio Calabrò, uno dei candidati non eletti al consiglio comunale, a parlare di strane anomalie all’indomani delle elezioni amministrative della primavera del 2018 che portarono Giuseppe Stefio sullo scranno più alto del palazzo di città. Anomalie e irregolarità sulle quali, dopo un dettagliato esposto presentato dall’interessato e da altri candidati per il tramite dell’avvocato Daniela Bandiera, ha indagato la procura di Siracusa e che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati dei sette componenti di un seggio elettorale, il numero 5, dove sono state appunto riscontrate le anomalie. Gli agenti della Digos della Questura di Siracusa hanno infatti notificato ai sette indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla procura al termine delle indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Andrea Palmieri.
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L’esposto. Nuccio Calabrò, uno dei sedici candidati al consiglio comunale della lista “Davvero per Carlentini” – presentata a sostegno della candidatura a sindaco di Giovanni Condorelli (il più votato tra gli sconfitti) insieme alle liste “Sempre per Carlentini” e “Bellissima Carlentini” – ottenne solo 47 preferenze. Poche e certamente meno di quelle preventivate. «Soprattutto perché – denunciò allora – quel totale non comprende né il mio stesso voto, né quelli della mia famiglia e di alcuni miei amici carissimi». Errori, false promesse, tradimenti, bugie? «Tutto può essere, ma lei crede davvero – raccontò nel 2018 – che io abbia potuto sbagliare a darmi il voto? Eppure l’anomalia c’è. Nella sezione numero 5, dove io ho votato insieme a mia moglie, a mia figlia e ai miei suoceri, risulta solo una preferenza a mio favore. Com’è possibile? E il voto di mia figlia, di mia moglie, dei miei suoceri? Non ditemi che devo dubitare di loro. Potrei farlo di alcuni amici o conoscenti che mi avevano assicurato di volermi dare la loro preferenza, ma non certo della mia famiglia».
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Le indagini. Come ricostruito dagli agenti della Digos, «il confronto tra i dati riportati nei verbali e quelli reali rilevati dai nuovi conteggi dei voti, disposti dall’autorità giudiziaria nel corso delle indagini, hanno fatto emergere che nel verbale risultava un solo voto ad un candidato che in realtà ne aveva ricevuti 15 validi». Per la procura di Siracusa «il presidente e tutti i componenti del seggio, sono ritenuti responsabili di aver inserito false indicazioni nel verbale delle operazioni elettorali e negli atti a esso collegati, dando atto, dopo l’avvenuto scrutinio, di un numero di voti non corrispondenti al vero».
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