Nell’inchiesta che ha portato oggi all’arresto di numerose persone, tra cui il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, accusato di corruzione, c’è anche l’accusa di aver agevolato l’attività di Cosa Nostra.
L’inchiesta coinvolge figure di spicco della politica e dell’economia della Liguria, tra cui l’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale amministratore delegato del colosso dell’energia Iren, Paolo Emilio Signorini, e l’ex presidente delle squadre di calcio del Genoa e del Livorno, Aldo Spinelli e il figlio Roberto.
Il capo di gabinetto della Regione Matteo Cozzani è accusato di “corruzione elettorale”, con l’aggravante di aver voluto agevolare l’attività di Cosa Nostra, in particolare il clan Cammarata del mandamento di Riesi, che sarebbe radicato a Genova.
Cozzani, da coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente”, in occasione delle Regionali in Liguria del settembre 2020, avrebbe promesso posti di lavoro ed il cambio di un alloggio di edilizia popolare per ottenere i voti della comunità riesina, che a Genova conta, secondo la Procura in almeno 400 voti.
Interlocutori di Cozzani sarebbero stati i gemelli Italo Maurizio e Arturo Angelo Testa, entrambi settantenni, riesini di origine ma da molti anni trapiantati nella Bassa bergamasca, dove sono dirigenti di Forza Italia nei Comuni di Dalmine e Boltiere.
I due gemelli, erano stati fotografati tempo fa davanti alla tomba di Mussolini a Predappio, mentre facevano il saluto fascista.
Il sindacalista delle Cgil Venanzio Maurici è accusato di corruzione elettorale con l’aggravante di aver agevolato la mafia, “quale elettore e referente genovese del clan Cammarata del Mandamento di Riesi, in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 2020”.
Secondo la Procura, il sindacalista avrebbe accettato “la promessa di un posto di lavoro in favore del compagno convivente della figlia» in cambio di voti alla lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’”.