Le battute dello spettacolo “Voci dallo Scamandro” riecheggiano ancora tra le mura di Palazzo San Biagio.
Hanno toccato ed emozionato il folto pubblico che ha assistito alla rivisitazione dell’Iliade (la storia che narra l’epico scontro tra Greci e Troiani) accorso nell’auditorium “Don Liggeri” del palazzo storico in via Roma, ad Augusta.
Si avverte ancora la potenza dello spettacolo di fine anno messo in scena dalla Shloq, associazione diretta dal maestro Salvo Tempio, attiva dal 2004 che sul territorio si occupa di formazione artistica nei campi della musica, teatro, pittura e fotografia.
Un luogo di crescita per bambini, ragazzi ed adulti.
“Viva il teatro” è la frase con cui le insegnanti e professioniste del settore Anna Passanisi e Amelia Martelli hanno aperto e concluso la suggestiva ed intensa rappresentazione.
“Un messaggio chiaro e forte il loro, che anche quest’anno si è concretizzato con un laboratorio iniziato a settembre e che ha dato modo ad individui di tutte le età di sperimentarsi, incontrarsi, conoscersi e crescere attraverso gli appuntamenti settimanali che con grande passione le insegnanti portano avanti da più di 10 anni.
Venerdì 14 giugno ha visto mettere in scena “La Locandiera” dal gruppo dei bimbi e ragazzi dai 5 fino ai 17 anni, mentre domenica 16 è stata la volta del gruppo dai 15 ai 40 anni.
Una grande sfida quest’anno ha visto l’impegno delle insegnanti e attrici Anna ed Amelia che ancora una volta hanno saputo fare delle scelte teatrali di impatto e grande stupore riuscendo ad amalgamare i temperamenti e le personalità di ben 22 componenti diversi per città di provenienza, età, cultura e formazione riuscendone a fare di questa eterogeneità il punto di forza del gruppo.
“Voci dallo Scamandro” si ispira al capolavoro di Omero.
Sulle rive del fiume che bagna la città di Troia, teatro di atrocità di una guerra decennale, l’acqua, simboleggiata da un lungo telo bianco screziato di azzurro, diventa culla di memoria.
Pietre e lance unici oggetti in scena nel lavoro a forte presenza corale in cui i corpi sono diventati essi stessi scena, gabbia, nave, capanna, torri e vegetazione. Infine, verdi bambù ondeggianti al vento nel ciclo inarrestabile della vita.
Benedetto Teresi, l’interprete di Achille nello spettacolo, racconta: “con l’aiuto delle maestre Anna ed Amelia quest’anno ci siamo immersi in un fiume di ricordi di una guerra che pensiamo lontana ma che in fondo continua ad essere simile a quella attuale, ancora una volta così lunga e crudele.
Nonostante il sangue e la ferocia e l’odio, ci siamo immersi in questa favola con immenso piacere, con la guida delle nostre splendide maestre che ci hanno insegnato come nuotare nelle acque della recitazione ed interpretazione”.
La preparazione dello spettacolo è iniziata a febbraio e tutti i componenti sono stati attivi e coinvolti al fine di vivere un’esperienza di lettura e conoscenza profonda, di immedesimazione ed immaginazione.
Una scelta coraggiosa ed ardua che ha dato ragione alle insegnanti le quali hanno concluso lo spettacolo ringraziando i presenti con commozione ed orgoglio.
Noemi Di Modugno, interprete adulta del personaggio di Nestore commenta così la sua prima esperienza sul palco: “Se c’è uno strumento per far arrivare a più persone possibili la potenza e la magia del teatro, cantarlo e metterlo in scena è sicuramente uno di questi.
Sono contenta di essermi lasciata trasportare dalle emozioni di questo gruppo così dinamico; non è mai troppo tardi per scoprire nuove opportunità di espressione e conoscenza”.
In scena insieme a Benedetto e Noemi: Adriana Scalzo, Alessandro Santanello, Anna Armenio, Beatrice Sicari, Elisa Matellini, Francesco Iannaci, Lorenzo Passanisi, Maria Vittoria Cifariello, Mila Vittoria Ranno, Silvia Bonasera, Ludovica Di Grande, Alberta Cipriani, Benedetta Grimaldi, Nadia Scrofani, Sofia Spatafora, Roberto Caruso, Erasmo Laurenzo.
Nessuno di loro è un attore professionista, alcuni frequentano il laboratorio da parecchi anni, altri si sono approcciati con successo quest’anno, eppure lo spettacolo non ha niente da invidiare alle tragedie messe in scena sui grandi palchi.
Questo un commento che hanno osato pronunciare molti spettatori in quanto la rappresentazione è stata davvero coinvolgente ed è stata seguita in religioso silenzio.
Scroscianti sono stati solo gli applausi alla fine dello spettacolo e quando le insegnanti hanno consegnato ai partecipanti del laboratorio gli attestai di frequenza nominandoli uno ad uno.
“Voci dallo Scamandro” uno spettacolo intimo, come lo hanno definito le registe e maestre del laboratorio teatrale, vale la pena di essere rappresentato in un vero e proprio teatro e l’auspicio è che, quello comunale della cittadella degli studi, i cui lavori dell’ultimo adeguamento si sono conclusi diversi mesi fa, possa essere collaudato e quindi diventare fruibile per ospitare spettacoli come questo.
Il laboratorio teatrale di Shloq dà appuntamento ai suoi allievi al prossimo autunno.