In relazione alle dichiarazioni rilasciate, nei giorni scorsi, dal consigliere comunale Giancarlo Triberio in merito al progetto riguardante il Castello Svevo e alle posizioni dell’Amministrazione Di Mare, in particolare dell’assessore alla cultura Giuseppe Carrabino, quest’ultimo ribadisce la chiarezza di un pensiero che non è mai venuto meno: “Nessun cambio di opinione”.
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L’assessore alla Cultura Giuseppe Carrabino chiarisce la sua posizione e quella dell’Amministrazione comunale in merito alla vicenda relativa al restauro del Castello svevo. “Appena sei mesi fa, quale presidente della Società Augustana di Storia Patria, ho rilasciato il mio parere, non da tecnico ma da conoscitore delle problematiche del Castello poiché da diversi lustri ho seguito le dinamiche che hanno coinvolto il monumento che è espressione identitaria della nostra città. A suo tempo ho dichiarato e confermo ancora oggi: “è naturale che leggendo di demolizioni di parti della struttura ha suscitato sgomento e indignazione, anche se la scrivente (n.d.r. Società) è consapevole che il progetto ha la sua validità e sia comunque necessario procedere con l’abbattimento delle sopraelevazioni risalenti all’ultimo decennio dell’Ottocento che erano motivate dalla destinazione carceraria ma che hanno determinato profondi e gravi dissesti. Comprendiamo benissimo che tali interventi siano stati finalizzati a restituire la componente sveva della struttura, non comprendiamo se le scelte progettuali siano chiare e se sia altrettanto chiaro il futuro del monumento, anche perché nelle dinamiche di restauro e recupero delle opere di interesse culturale si tiene sempre conto di tutte le sovrapposizioni e stratificazioni aggiunte nel corso dei secoli”. Questo è ciò che dichiarato lo scorso giugno e quanto ribadisco e confermato anche in conferenza stampa. Nessun cambiamento”.
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L’assessore ribadisce ora, come sei mesi addietro che: “occorre tener conto della grave situazione che vede nuovamente compromessi gli interventi eseguiti qualche lustro addietro con il restauro delle volte a crociera nuovamente puntellate con gravi dissesti”. Ho personalmente appurato – dissi sei mesi fa – che gli interventi di restauro sono stati vanificati e che alcune profonde fessurazioni si sono aperte nuovamente sulle pareti. Per questo motivo riteniamo improcrastinabile l’intervento previsto. Ho ribadito, inoltre, che il sequestro del monumento è stato deleterio poiché ha impedito ogni accesso sia alle aree interne sia a quelle esterne del Castello con la conseguenza che non è stato possibile effettuare quegli interventi di pulizia che hanno ulteriormente favorito l’ammaloramento della struttura. Ho concluso, allora, dicendo che l’azione di demolizione di strutture non pertinenti, che grave danno arrecano all’edificio svevo, sono pertanto necessarie e improcrastinabili come è altrettanto urgente l’informazione dettagliata alla città circa gli interventi da eseguire”. Carrabino riferisce di aver partecipato a distanza di sei mesi, a seguito della sua nomina ad assessore alla Cultura, insieme con il sindaco Giuseppe Di Mare alla video conferenza convocata dall’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà e dalla Sovrintendente ai Monumenti architetto Donatella Aprile, anche a seguito delle richieste di chiarimento da parte dell’associazionismo locale e in particolare di Italia Nostra, Archeoclub e la Gisira di Brucoli che interpretano il sentire e le preoccupazioni di tutta la cittadinanza e del mondo scientifico, ivi compresa l’amministrazione comunale con a capo il sindaco Giuseppe Di Mare.
“Il nostro parere non è quello di demolizione a tutti i costi” sottolinea l’assessore alla Cultura del Comune megarese. “Dopo aver ascoltato le dettagliate relazioni dei soggetti intervenuti – aggiunge Carrabino– abbiamo ribadito che sia pur affidandoci alle competenze dei tecnici che fondano le loro ragioni sulla “carta del restauro” e contestualmente sulla natura del terreno e la necessità di restituire l’integrità del monumento al suo originario splendore, non di meno non possiamo correre il rischio di perdere anche questo finanziamento, atteso che 5 milioni di euro già destinati al Castello sono stati impiegati per altri progetti già cantierabili in altra provincia. Sin dal mio insediamento ho ribadito la necessità dell’incontro e del confronto non solo sul Castello Svevo ma nel contempo sul convento di San Domenico, il castello di Brucoli, le fortezze a mare ed ogni altra emergenza storico-monumentale della città. Esprimiamo, pertanto, gratitudine all’assessore Samonà, all’architetto Aprile e tutta la cittadinanza attiva che, intervenendo sul Castello, ha permesso di aprire un confronto che vedrà l’amministrazione attenta a vigilare sulle scelte progettuali che devono tener conto dei diversi pareri ma soprattutto del bene di un monumento che è patrimonio non solo della realtà locale. Affrontare le problematiche riguardanti il futuro dei nostri beni monumentali non può costituire motivo di polemiche di cui la città non ha affatto bisogno. Il compito della nostra amministrazione è quello di guardare avanti con impegno concreto per restituire piena fruibilità al vasto patrimonio storico per riconsegnarlo alla comunità. Sarà nostra cura, con il supporto dei tecnici, rispolverare i progetti già realizzati nel tempo, anche per comprendere le ragioni di tanto immobilismo. Ricordo che la fine della destinazione carceraria del Castello risale al 1978, da allora continuiamo a discutere di progetti e intere generazioni non hanno avuto la possibilità di conoscere il monumento. Siamo fermamente convinti – conclude l’assessore alla Cultura – che la strada da percorrere sia quella di una sana collaborazione tra le istituzioni”.
Il sequestro del castello ha consentito di effettuare i lavori di somma urgenza per evitare che le mura sul mare gravemente danneggiate rovinassero definitivamente in mare. il sequestro quindi non ha impedito di eseguire lavori di recupero del castello. Siamo quindi grati alla magistratura che finora ha dimostrato di essere l’unico baluardo a difesa del nostro bene culturale.