Un disegno di legge a tutela dei caregivers familiari che si prendono cura dei loro cari disabili ed anziani è stato predisposto e portato all’attenzione della Regione siciliana da Sebastiano Amenta, vice presidente nazionale dell’associazione 20 Novembre 1989 che si attiva costantemente per la salvaguardia dei diritti delle persone con disabilità e dei loro congiunti.
Una legge per i caregivers, persone di fondamentale importanza per l’assistenza in ambito familiare ai non autosufficienti disabili anziani.
Amenta, ha stilato una bozza di legge e sottoposta al deputato regionale Giuseppe Carta il quale, senza indugi, l’ha sposata. Il deputato all’Ars dell’Mapa, ha presentato l’11 dicembre scorso il testo in assemblea. Il Ddl intitolato “Norme per il riconoscimento e la tutela della figura del caregiver familiare”, proprio in questi giorni, affronterà i primi step dell’iter parlamentare prima della sua definitiva approvazione.
“Esprimo gratitudine a Giuseppe Carta a nome rappresento per la sua sensibilità, e grazie al suo essere pragmatico i cargiver siciliani a breve avranno una legge che tutela la loro persona.
Il disegno di legge- spiega Amenta – rappresenta un’occasione per intervenire in una materia in cui sussistono fonti normative eterogenee e distinti centri di azione amministrativa che operano con regole proprie e senza coordinamento. In questo contesto sono previsti interventi a favore dei caregivers, per sostenere il processo di progressivo ed equilibrato miglioramento delle loro condizioni di vita individuali, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente.
Sono convinto del fatti che, la figura del caregiver, debba trovare una sua compiuta disciplina normativa, e per questo confermo la mia completa disponibilità a rendere concreto quanto rassegnato al fine di dare loro una risposta, così come peraltro richiesto dal Comitato Onu sui diritti delle persone con disabilità, perché è fondamentale sostenere le famiglie.
Sostenerle riconoscendo il ruolo di assistenza e di cura da loro svolto, individuando le necessari forme di tutela ed evitando che il sistema di sostegni ai disabili continui a ricadere interamente su di esse.
Il lavoro di cura informale (quello svolto gratuitamente) non produce reddito, ma fa risparmiare molti soldi alle famiglie e alla collettività.
Se i bilanci economici, oltre alle entrate e alle uscite, contemplassero anche la voce “soldi risparmiati”, probabilmente esso sarebbe meno invisibile.
Nell’ambito del lavoro di cura, quello svolto dai caregiver (che, a titolo gratuito, si prende cura di un congiunto non autosufficiente a causa di una grave disabilità) è particolarmente oneroso.
Nonostante ciò la circostanza che, in Italia, a differenza di molti altri Paesi europei, questa figura non sia giuridicamente riconosciuta, né in alcun modo tutelata, rivela in modo inequivocabile quanto anch’egli sia invisibile. Tutto ciò, va detto, penalizza in modo particolare le donne, visto che – conclude Amenta – ancora oggi la stragrande maggioranza di coloro che prestano assistenza informale è di genere femminile”.