Troppe sentenze contro l’Autorità di sistema portuale di Sicilia orientale secondo il presidente di Edicola Libera, Domenico Tringali che sollecita gli operatori portuali e la politica a reagire.
Si chiede il perché questi ultimi non si indignino e che cosa faccia la politica a tutti i livelli.
“L’Adsp- dice Tringali – è stata più volte condannata in queste settimane, ma nessuno pare indignarsi più di tanto.
In città ci accontentiamo che partecipi al ricco cartellone natalizio”.
Le varie sentenze del Tar dovrebbero rappresentare un monito per l’Adsp, ma anche per il Comune di Augusta secondo il presidente di Edicola libera.
“Per chi parla tanto di futuro – aggiunge – diciamo che dovremmo essere di esempio per le future generazioni, con il rispetto di norme e trasparenza.
L’ultima sentenza del Tar di Catania, pubblicata il 2 dicembre, ricorda il presidente di Edicola liberta condanna ancora una volta l’Adsp.
Ha annullato la determina 118 del 22 luglio 2024, con cui era stato disposto l’affidamento diretto del servizio di pulizia e disinquinamento degli specchi acquei portuali e delle relative linee di battigia.
Sulla vicenda del bando venticinquennale di assegnazione dei servizi portuali, non comprendiamo il motivo della mancata apertura delle buste, quando prima si era accelerato nella stesura del progetto di finanza.
Ricordiamo, inoltre, che il 14 novembre, l’Adsp è stata condannata sempre dal Tar di Catania, che ha annullato una serie di delibere, evidenziando gravi irregolarità nella gestione dell’Ente.
Invece si sarebbero dovuti astenere.
Il cuore della vicenda riguarda i due membri del comitato portuale augustani, rappresentanti di Regione e Comune i cui parenti, rispettivamente figlia e cognata, sono dipendenti dell’Adsp.
Secondo la normativa vigente, qualsiasi componente del Comitato, con parenti entro il quarto grado tra i dipendenti è obbligato a dichiarare il conflitto d’interesse ed astenersi dalle decisioni, che potrebbero coinvolgere i propri familiari.
Invece hanno partecipato attivamente all’approvazione di una controversia rimodulazione della pianta organica, minando la credibilità del processo decisionale.
Qualcuno dice che anche se non erano presenti le decisioni sarebbero passate con il voto del solo presidente e dell’altro esponente del comitato portuale, che rappresenta il Comune di Catania.
Ma tutto ciò appare fortemente discutibile.
Speriamo si faccia chiarezza tramite l’esposto del Codacons all’Anac e alla Corte dei conti.
In ogni caso constatiamo che si mostra una forte indifferenza verso comportamenti che risultano almeno discutibili, con gravi infrazioni delle norme sulla trasparenza e l’imparzialità nella pubblica amministrazione.
Speriamo che si faccia chiarezza su questo modo di operare del Comitato portuale”.
Per il movimento politico d’opinione Edicola Libera il rispetto delle regole è fondamentale per mantenere la fiducia nelle istituzioni pubbliche.
“La Regione ed il Comune in autotutela dovrebbero, comunque, richiedere le dimissioni dei rispettivi rappresentanti nel Comitato portuale.
Sarebbe auspicabile questo – conclude Tringali – se i membri del Comitato di Gestione non decidessero di rassegnare le dimissioni”.
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