Un ‘opera in cartapesta, che raffigura l’episodio che ha consacrato il patrocinio di San Domenico sulla città di Augusta è stata realizzata dal maestro Tanino Golino vice direttore del Museo Civico di Canicattini Bagni.
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Il patrocinio di San Domenico nella pandemia del Covid-19, le cui celebrazioni si sono concluse nei giorni scorsi, non è stato festeggiato con il tradizione calendario di manifestazioni ma per santo protettore di Augusta, un’opera in cartapesta è stata realizzata del maestro Tanino Golino. Si tratta di un pannello commissionato dal Centro “Memorie – Identità e Tradizione” di Augusta, quale strumento di promozione del culto di San Domenico secondo la tradizionale iconografia codificata di Augusta. Ne ha dato notizia, Giuseppe Carrabino, presidente della commissione comunale di storia patria. “Si tratta di un opera ( 50 x 70) realizzata con la tecnica della cartapesta dal maestro Tanino Golino vice direttore del Museo Civico di Canicattini Bagni che raffigura in maniera emblematica l’episodio che ha consacrato il patrocinio del Santo sulla città di Augusta. Se da un lato il culto di San Domenico è attestato sin dalla fondazione della città, è innegabile che per il popolo di Augusta, la consacrazione a “protettore e tutelare” è riferibile al 24 maggio 1594, quando la tradizione attesta che il Santo liberò la città dall’ennesima invasione ottomana. Il XVI secolo era stato caratterizzato da continui lutti e distruzioni causate dai turchi ma nella tentata incursione del 1594 S.Domenico apparve su un cavallo bianco e brandendo una spada, mettendo così in fuga gli invasori. Questo il racconto, questa la tradizione, questa la sintesi del secolare rapporto tra Augusta e San Domenico.
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In effetti, il 24 maggio nell’Ordine Domenicano si fa memoria della Traslazione del corpo del Santo avvenuta nel 1233 al nuovo sepolcro eseguito da Niccolò Pisano e completato da Niccolò di Bari. Nell’iconografia del Santo con la spada c’è in effetti qualcosa di più profondo che è la “parola” del vangelo diffusa in particolar modo dall’Ordine fondato proprio da S.Domenico; la spada che, come scritto nella Lettera agli Ebrei, è un’analogia con la Parola di Dio: “La Parola di Dio è viva e più tagliente di una spada a doppio taglio”. Da qui il motivo che raffigura San Domenico con una spada e il libro della Parola di Dio. Nel tempo la figura di San Domenico è stata illustrata come quella di un Santo cavaliere che vigila sulla sua Augusta. Un Santo che indossa un saio ma pronto a difendere e diffondere, con la sua armatura spirituale, la parola di Dio.
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L’opera del maestro Golino vuole essere un racconto illustrato con l’uso della “materia”. Si tratta in effetti della raffigurazione di una antica pergamena, con sigillo in ceralacca raffigurante l’aquila sveva, simbolo della città, che racconta il prodigio operato dal Santo cavaliere. In questa pergamena che si dispiega c’è l’eterno dualismo del bene e del male e nelle acque agitate dalla storia appare il Gran Liberatore, che impugna sì la spada, simbolo della parola, e nel contempo la croce: in Cristo, Domenico ottiene la vittoria sul male, grazie anche alla fiducia del suo popolo, raffigurato dalle candele accese, simbolo di una comunità che prega, si affida e confida. Il libro aperto offre allo sguardo di chi osserva la pergamena una semplice parola che è il motto domenicano: Veritas. Una Verità che occorre ricercare continuamente nella parola di Dio che è certezza per ogni uomo di buon volontà. Al centro della croce, la storicità di un racconto, espressa da una preziosa reliquia ex ossibus, dono di Fr. Innocenzo Venchi O.P. Postulatore Generale dell’Ordine, spentosi proprio lo scorso Febbraio, dopo lunga malattia, in piena pandemia. Quest’opera del maestro Golino è uno strumento di promozione e diffusione della tradizione – conclude Giuseppe Carrabino – che sarà esposta in maniera itinerante nelle nostre scuole e nei luoghi di culto per far conoscere i segni che esprimono la nostra identità civica e religiosa”.