L’introduzione che regola la nuova figura di lavoratore sportivo all’interno delle società o associazioni sportive non fa distinzione tra dilettantismo e professionismo, prevede inoltre per il lavoratore sportivo, la stipula di un contratto vero e proprio con la propria società sportiva, che di fatto diventa il proprio datore di lavoro.
Il tema della norma legislativa sulle responsabilità degli istruttori delle società sportive, si è discusso in un incontro dibattito al salone municipale Rocco Chinnici di Augusta, il terzo dopo quello di Catania e Ragusa, promosso dal CSEN (Centro Sportivo Educazione Nazionale).
L’incontro è stato relazionato dal vice presidente regionale CSEN Maurizio Agricola, alla presenza di associazioni sportive, rappresentanti del Coni regionale, dell’assessore con delega allo Sport Giuseppe Carrabino, e concluso dal Sindaco Giuseppe di Mare.
“Nel passato i collaboratori/istruttori sportivi, erano regolamentati da contratti esentati da tasse fino ad un massimo di dieci mila euro. – ha commentato Agricola – Dal primo luglio 2023, con il D. Lgs. del 28 febbraio 2021 nr. 36, tutto questo cambia. La nuova figura di lavoratore sportiva prevede che lo stesso stipuli con la propria società sportiva un vero e proprio contratto di lavoro.
“Il nuovo quadro normativo prevederà che la figura di lavoratore sportivo, allenatori, istruttori, coach, maestri, direttori sportivi e generali, hanno l’obbligo di avere un contratto, Co. Co. Co. o con partita iva, e quindi l’obbligo d’ingaggio da parte delle stesse società sportive”.
La nuova riforma sportiva non è ancora applicata perché si attende il Decreto Milleproroghe, che dovrà modificare alcuni articoli di questa norma legislativa che regola la figura del lavoratore sportivo, e che prevederà inoltre, la modifica degli statuti delle società sportive.
“Le agevolazioni fiscali di società e lavoratori sportivi subiscono qualche cambiamento – ha proseguito Agricola – per il lavoratore sportivo fino al 2027 (per un tempo di 5 anni) potrà usufruire del pagamento dei contributi al 50% con un risparmio notevole sulla parte contributiva. Perché a partire dal 1 luglio 2023 il lavoratore sportivo versa 1/3 della quota nei fondi pensionistici, mentre i 2/3 li versa la società sportiva.
Trascorsi i cinque anni saranno versati al 100%. Adempimenti e costi finali che con la nuova norma sportiva le società o associazioni sportive, grandi o piccole che siano, dovranno farsi carico dei costi di adeguamento.
Il rischio che si sorre è quello di porre sullo stesso piano associazioni che vivono del proprio sostegno autotassandosi, e associazioni sportive che usufruiscono di sostegni e fondi sportivi per portare agevolmente avanti i propri progetti agonistici”.