Giulio Arena, 67 anni, detenuto nella casa di reclusione di Augusta, è morto all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove si trovava ricoverato dal 5 gennaio scorso in via continuativa e sottoposto a diversi Tso (trattamenti sanitari obbligatori) perché rifiutava l’alimentazione e le terapie mediche.
Questo è ciò che chiarisce il comandante della Polizia penitenziaria, Dario Pietro Maugeri in servizio nel carcere di Piano Ippolito nei pressi di Brucoli, sul decesso del recluso.
Il sessantasettenne condannato all’ergastolo, protestava «contro il fine pena mai» ed aveva più volte avanzato richiesta di scontarla ai domiciliari che, però essendo un ergastolano non era stata accolta
Non è la prima volta che un detenuto del penitenziario di Augusta muoia per sua volontà.
Nella primavera del 2023 due uomini sono deceduti in ospedale a distanza di un mese l’uno dall’altro per le conseguenze di uno sciopero della fame.
Il primo a perdere la vita è stato un siciliano, morto in aprile; l’altro di nazionalità russa è spirato a maggio dell’anno scorso.
Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, il 67enne prima di essere condannato aveva insegnato al conservatorio.
L’uomo pare non avesse più rapporti con la sua famiglia.
Con gli altri detenuti, invece, aveva stretto amicizia e loro cercavano di tirarlo su di morale.
Così come hanno cercato di fare psicologi, medici, infermieri ed educatori all’interno del carcere.
“Una morte annunciata, l’ennesima in questo inferno silenzioso che è il carcere“ come ha dichiarato Pino Apprendi, garante dei detenuti di Palermo
Giovanni Villari, garante dei detenuti di Siracusa in merito afferma: “Rena era un uomo colto e rispettoso ma soprattutto un essere umano che aveva perso la speranza e ogni ragione per stare al mondo“.
Il 67enne si era ridotto a trascorrere tutto il tempo in cella, steso sul letto – in silenzio – a guardare il soffitto”.
“Questa morte – afferma il garante per i diritti dei detenuti della Regione Sicilia, Santi Consolo – come le altre dei detenuti avvenute in ospedale in seguito a lunghi scioperi della fame, devono essere annoverate come suicidi, in quanto forme di protesta pacifica e passiva estrema.
Quando sono andato a trovarlo l’ho supplicato di desistere da quel comportamento, era un uomo molto educato e corretto“.
Giulio Arena era stato condannato all’ergastolo per omicidio e tentato omicidio.
La condanna definitiva era arrivata a fine 2023.