I palombari della Marina militare di Augusta hanno rimosso dai fondali marini del golfo Xphonio una rete da pesca in difesa della fauna marina.
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I palombari del Gruppo operativo subacquei (Gos) del Comando subacquei ed incursori della Marina militare (Comsubin), distaccati nel Nucleo Sdai (Sminamento difesa antimezzi insidiosi) di Augusta, hanno condotto un’operazione di rimozione reti da pesca dai fondali marini nelle acque del golfo Xphonio di Augusta. La presenza di tale pericolo per la fauna locale era stata segnalata dal personale di Comando Marittimo di Sicilia, che avvalendosi della collaborazione dei palombari ha permesso di eliminare circa 2000 metri quadrati di rete con maglia di pochi centimetri ad una profondità di 25 metri ed a una distanza dalla costa di circa 500 metri;
La rete giaceva parzialmente poggiata sul fondale, con delle parti sorrette dai galleggianti nella zona in cui la sabbia si affiancava ad un costone di roccia, creando una trappola per i pesci che nuotando in quella zona si venivano a trovare all’interno di un passaggio che non gli lasciava via di scampo. I palombari del Comsubin hanno rimosso il pericolo impiegando dei palloni di sollevamento, eliminando dal mare questo pericoloso rifiuto che, altrimenti, avrebbe continuato a catturare in modo indiscriminato la fauna marina, ristabilendo così il naturale equilibrio dell’ecosistema di questo tratto di mare.
Al termine dell’operazione, il Comandante del Nucleo Sdai di Augusta, tenente di vascello Marco Presti, ha dichiarato: “Siamo felici di poter intervenire per la tutela dell’ecosistema marino, che merita maggior rispetto da parte di tutti i fruitori. Le operazioni di rimozione della rete sono risultate complesse a causa della grande estensione della stessa su un fondale caratterizzato da un costone di roccia con uno scalino naturale di circa 2 metri che risultava fatale per la fauna che ne veniva a contatto. Tale scenario era una pericolosa insidia anche per gli esperti palombari impegnati nelle operazioni di rimozione”.
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Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i reparti subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal decreto del ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione a favore della collettività. Lo scorso anno i palombari della Marina militare hanno recuperato e bonificato oltre 72.000 ordigni esplosivi di origine bellica, rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani. Con una storia di 170 anni alle spalle, i palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità a mezzo Rov (veicoli filoguidati dalla superficie) oppure fino a 300 metri con intervento umano ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività. Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre forze armate e corpi armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal gruppo scuole di Comsubn che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni secondo le rispettive competenze.