La Camera del lavoro Cgil esprime preoccupazione perché il porto di Augusta non risulta nell’elenco dei progetti da finanziaria con il Recovery fund. La segretaria Lorena Crisci invita l’amministrazione comunale a contestare “questa anomala situazione” e chiede che, al tavolo permanente che l’assessore alle Politiche portuali ha promosso, vengano coinvolte anche le parti sociali.
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La Camera del lavoro Cgil esprime disapprovazione e forte preoccupazione per l’esclusione dal “Piano regionale per la ripresa e la resilienza ” del porto di Augusta. “Porto che – sottolinea la segretaria della CdL, Lorena Crisci – ha un ruolo chiave per il superamento della crisi economica, sanitaria e sociale in atto, pertanto è inconcepibile che non sia contenuto nell’elenco dei progetti per il finanziamento proveniente dal “Recovery Fund. Il porto non solo risulta scartato dalla lista – aggiunge la sindacalista – ma non viene citato come porto siciliano hub del Mediterraneo. Dunque, neanche un solo euro dei 26 miliardi e 410 milioni chiesti dalla Regione con il piano per la ripresa e la resilienza ricadrà sul nostro territorio”.
Lorena Crisci nel puntualizzare che il pino è destinato a dare ossigeno alla Sicilia, colpita duramente dalla crisi economica ed occupazionale aggravata dalla pandemia, e che vede esclusa l’intera provincia di Siracusa, rammmenta l’importanza dello scalo megarese. “Il porto di Augusta riconosciuto come Core, inserito nella rete Trans europea Ten-T e capofila nella gestione della Zes (Zona economica speciale) della Sicilia sud-orientale, quindi naturale traino dell’economia del nostro territorio per la sua vocazione non solo commerciale e militare ma soprattutto industriale, vista la presenza del polo petrolchimico tra i più grandi d’Europa, non può non essere inserito nelle richieste di finanziamento coperte da fondi europei che la Regione con il piano regionale sottoporrà al governo nazionale”.
La Cgil auspica, pertanto, che l’amministrazione comunale, attraverso l’assessore alle Politiche portuali Tania Patania, voglia contestare “questa anomala decisione della Regione Sicilia e che intenda coinvolgere le parti sociali al tavolo di confronto permanente che ha promosso. “Ci sarebbe il porto di Marsala – conclude Lorena Crisci – e non quello di Augusta quale porto siciliano hub del Mediterraneo nel piano regionale per la ripresa e la resilienza”. Nella scorse settimane la notizia dell’esclusione del porto di Augusta dall’elenco dei progetti da finanziarie con il Recovery fund, ha turbato anche l’ amministrazione Di Mare che ha manifestato l’intenzione di chiedere alla Regione un incontro formale per sollecitare attenzione verso una realtà cui guarda tutto il tessuto produttivo della Sicilia sud-orientale.