L’antico rito della Novena augustana in uso ad Augusta nel XIX secolo, è stato rappresentato nella chiesa Cristo Re, grazie all’organizzazione della Società Augustana di Storia Patria e alla disponibilità di fra Maurizio Sierna, ieri.
L’interpretazione magistrale delle attrici Anna Passanisi e Cettina Messina con la collaborazione dell’attrice Amelia Martelli, 18 allievi e allieve del laboratorio teatrale del centro Shloq del maestro Salvo Tempio, la violinista Giuseppa Modica e la violoncellista Rosy Messina hanno emozionato e profondamente coinvolto il pubblico perché sembrava di rivivere scene del passato essendone protagonisti nello stesso tempo.
Le ricamatrici, le donne che cantavano la ninna nanna al neonato, i pescatori che tiravano le reti, il ricottaio, l’allestitrice della ‘cona e i bambini che giocavano allegri sono stati coinvolgenti, ricordando agli anziani presenti la vita del passato, semplice ma piena di momenti importanti, intorno all’immagine della Santa Famiglia, intenti alla preghiera.
La segretaria della Società augustana di Storia patria, Carmela Mendola, ha sintetizzato il rito di passaggio della Novena e ha spiegato la sua suddivisione in tre fasi, riscontrabili dal 15 al 23 come tempo preliminare o di attesa, il 24 come tempo liminare o di margine e passaggio dalle tenebre alla luce e il 25 come tempo di aggregazione e condivisione del cibo.
“Le musiciste, Rosy Messina al violoncello e Giuseppa Modica al violino, hanno riportato a un periodo definitamente dimenticato, quando i musicisti ciechi, per non essere condizionati dal mondo visibile, passavano di casa in casa a offrire la loro prestazione per 18 centesimi, ma soprattutto perché investiti dalla comunità di quel ruolo, tramandato oralmente di padre in figlio, infatti non c’è ancora oggi uno spartito musicale della Novena Augustana”, ha affermato Carmela Mendola.
Le voci piene di pathos di Anna Passanisi e Cettina Messina hanno commosso i presenti, facendo rivivere il cammino doloroso di Maria e Giuseppe verso Betlemme, mentre il rifiuto dell’alloggio dei parenti ha fatto pensare agli ultimi, ai migranti, a chi non può essere cullato da una nenia ma è costretto ad espatriare da una terra matrigna.
A conclusione della rappresentazione teatrale e del canto di ognuna delle sere in cui è suddivisa la Novena, raccolta dalla viva voce delle donne anziane del tempo dalla maestra Elena Saraceno e pubblicata da Sebastiano Salomone nel 1905, un uomo o una donna si sono alternati per depositare sull’altare un piccolo lumino, simbolo della luce, che a fine Novena (oggi dal 16 al 24 e prima dal 15 al 23) illumina il mondo con la nascita di Gesù.
Il presidente del sodalizio organizzatore, Salvatore Romano, ha aggiunto che dal 2018 ad oggi, ad eccezione dei due anni della pandemia, grazie ad Anna Passanisi, la rappresentazione si è arricchita di sempre nuovi elementi e scene, pertanto la Società augustana di Storia patria ha deciso di nominare l’attrice Passanisi socia onoraria in segno di gratitudine per lo studio costante delle tradizioni augustane.
Sono stati donati bambinelli a tutti i protagonisti della rappresentazione teatrale e la pubblicazione Scrinium Foto di Augusta dell’archivio Ronsisvalle a fra Maurizio per la sua accogliente disponibilità.
Il presidente Romano si è dichiarato grato ai soci fondatori Carmela Mendola, Cristina Rossitto e Corrado Di Mauro e fiero di aver offerto ai soci e ai concittadini un evento di indubbio valore, che resterà impresso nella memoria cittadina, come testimoniato dalla standing ovation spontanea, sincera e interminabile, tributata agli artisti alla fine della Novena, segno inconfutabile del gradimento del numeroso pubblico presente.
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