A 43 anni dalla sua morte, avvenuta a Catania il 5 gennaio 1982 per mano della mafia, il ricordo di Pippo Fava continua a risuonare come un monito di coraggio e impegno civile.
La sua scomparsa ha amplificato il suo messaggio, rendendolo un faro per chi ogni giorno combatte per la giustizia e la legalità.
Nel 1978, Fava fu protagonista ad Augusta di un incontro al Liceo Scientifico “Andrea Saluta”, organizzato dal professor Giuffrè, insegnante di storia e filosofia.
Durante l’evento, gli studenti lessero alcuni passi delle opere del giornalista, che in quella occasione parlò della sua lotta contro la mafia, esortando i giovani a non rimanere passivi e a difendere la giustizia.
Ma il ricordo di Fava con la città di Augusta è suggellato anche le sue inchieste, mandate in onda sulla Rai, concernenti l’industrializzazione di Marina di Melilli, con una intervista a Salvatore Gurreri, ultimo abitante del borgo marinaro, ucciso nel 1992, denunciando i legami tra affari e mafia che stavano devastando il territorio siciliano.
Pochi anni dopo, la mafia lo uccise, ma il suo messaggio di coraggio e impegno civile non morì con lui.
Oggi, il ricordo di Fava continua a ispirare chi lotta per la verità e la giustizia, rappresentando un esempio di coraggio che non smette mai di vivere.
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