Il porto di Augusta e gli operatori del settore rischiano il declino. Per risollevarli da questo stato di incertezza Unionports lancia delle proposte.
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“Come operatori ed imprenditori del porto di Augusta lanciamo un grido d’allarme sulle condizioni in cui versa il nostro settore, nel nostro porto come in quello di Catania, ambedue di competenza della Autorità di sistema della Sicilia orientale“. Lo dichiara Davide Fazio, presidente dell’associazione Unionports ricordando che già nel 2019, per carenza di commesse ma anche per una debolezza infrastrutturale che purtroppo si consolida da tempo, le imprese hanno visto ridurre il proprio fatturato di circa il 30 per cento. “In epoca Covid – sottolinea Fazio – andiamo verso una più forte riduzione di fatturato di circa il 50 per cento. Se non si inverte la tendenza le nostre aziende saranno costrette a rivedere i loro assetti occupazionali e in qualche caso anche la prospettiva di esistenza. Il timore di quanto detto viene aggravato dalle incertezze che circolano circa gli assetti produttivi e gli investimenti delle grandi imprese petrolifere e petrolchimiche che utilizzano il porto come loro infrastruttura essenziale. Imprese che oggi appaiono vessate dalle restrittive condizioni che potrebbe imporre loro la regione siciliana in rapporto al cosiddetto Piano per la qualità dell’aria”.
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La Unionports e le aziende associate ritengono che un argine al declino del porto lo potrebbe porre l’Autorità di sistema portuale procedendo con più celerità verso la realizzazione di quelle opere, alcune delle quali già decise da tempo, per una migliore infrastrutturazione degli approdi e delle condizioni di operatività nel porto. “Ciò, riteniamo, continua Fazio potrebbe essere possibile anche attraverso una semplificazione di procedure la cui lentezza sta bloccando gran parte delle attività. Unionports, lungi dall’addebitare responsabilità al vertice della Adsp, si propone come partner per il raggiungimento degli obiettivi, individuando insieme con tutti i soggetti che a vario titolo rappresentano gli interessi dell’economia portuale, percorsi per la soluzione di problemi annosi. E ciò anche attraverso un momento collettivo di riflessione e di successiva proposta alle autorità regionale e nazionali competenti. Nel contempo senza perdere di vista il supporto fattivo per la difesa del polo industriale che gravita sul porto e che, assieme al porto, rappresenta la maggioranza del Pil della provincia di Siracusa. Siamo quindi disponibili ad un tavolo che lanci una nuova stagione portuale, partendo dall’analisi delle criticità per individuare nuovi percorsi che tengano anche conto delle risorse che potrebbero arrivare dalla Unione Europea anche per questo settore, e dalle opportunità derivanti dalle Zes. Inoltre- conclude il presidente di Unionports – invitiamo tutti gli attori competenti ed interessati a discutere insieme le implicazioni e le refluenze sul settore del Piano regolatore del porto in via di approvazione”.