“Che da circa un anno, a causa di svariati cambiamenti, il personale di polizia penitenziaria operante presso la Casa di reclusione di Augusta stesse vivendo un periodo di difficoltà professionale e di malcontento era già noto, ma che ad alimentare lo stato di malessere dovesse contribuire il “sindacato” non potevamo proprio immaginarlo”.
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A dichiararlo sono i rappresentanti provinciali di Fins-Cisl, Uspp e Sinappe-Sippe, che denunciano quanto si sta verificando alla casa di reclusione di Augusta. “Alcune organizzazioni sindacali, tra cui Sappe, Uil, Osapp e Cgil -Fp, dopo aver voluto la “separazione” del tavolo contrattuale, evidentemente per timore del confronto con altre sigle sindacali, hanno sostenuto la parte pubblica piuttosto che i lavoratori, e senza esitazione alcuna, hanno inteso presentare una proposta relativa al nuovo protocollo d’intesa locale che, tra le svariate modifiche rispetto all’attuale assetto, sembrano una forzatura delle vigenti normative. – hanno stigmatizzato Fabio D’Amico, Michele Pedone e Sebastiano Bongiovanni – Ma ciò che rasenta l’assurdo è la proposta peggiore avanzata da queste sigle sindacali per modificare l’orario di lavoro dei dipendenti pubblici appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, dalle attuali 6 ore ad 8 ore, ovvero il passaggio dalla turnazione mista, conquistata dai lavoratori dopo anni e anni di lotte sindacali, ad una turnazione su 3 quadranti. E se al peggio non c’è mai fine, sempre dalle OO.SS. summenzionate è emersa la proposta di far espletare i servizi notturni anche al personale ultracinquantenne, senza considerare il dettato normativo di riferimento che, in quel di Augusta, è impossibile da attuare”.
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“Non meno scalpore hanno fatto le proposte riguardanti il congelamento della rotazione solo per alcuni uffici, guarda caso proprio di quegli uffici dove ad essere avvicendato dovrebbe essere un aderente e/o rappresentante sindacale di una delle sigle in questione. – hanno concluso – In un momento storico in cui lo stress da lavoro correlato in ambito penitenziario è argomento assai dibattuto, prova ne è l’ultimo interessante convegno tenutosi alcuni giorni presso l’istituto penitenziario “Antonio Lorusso” Pagliarelli di Palermo , dove sia il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria regione Sicilia e il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma, hanno mostrato particolare attenzione al fenomeno dello stress da lavoro correlato e notevole interesse a migliorare la vita degli operatori del settore, non si può assolutamente accettare che chi dovrebbe difendere il benessere dei lavoratori adotti strategie tendenti a salvaguardare il singolo e non la collettività. Auspichiamo che certuni si ravvedano e, oltre ad accettare il confronto e sedere al medesimo tavolo con tutte le OO.SS. facciano un passo indietro per il raggiungimento degli intenti comuni e del benessere lavorativo”.