Si chiude con la dichiarazione di non luogo a procedere, nella sentenza predibattimentale, il procedimento penale a carico di Aldo Raina, che era stato accusato di minacce dal sindaco di Augusta Giuseppe Di Mare.
I fatti risalgono al 26 ottobre del 2022, quando tra i due era nato un alterco dopo che il sindaco aveva richiamato Raina, che aveva conferito alcuni rifiuti in modo inappropriato.
Il sindaco Di Mare si trovava all’interno di un noto bar del centro della città quando notava che Raina, dopo avere parcheggiato la propria auto, prelevava dal cofano “due sacchi utilizzati per l’edilizia, contenente materiale edilizio di risulta” e li gettava in uno dei cassonetti per i rifiuti presenti nel marciapiede di fronte all’esercizio commerciale.
A quel punto Di Mare era intervenuto per contestare a Raina il comportamento scorretto, e lo aveva invitato a riprendere i rifiuti “per andare a collocarli nei luoghi previsti per lo smaltimento per quel tipo di rifiuto”.
Ne era seguita una accesa discussione, alla presenza di numerosi testimoni, nel corso della quale Raina avrebbe rivolto al sindaco la frase “sei uno sporco fascista, ti faccio vedere io”, e lo avrebbe afferrato per il braccio destro con violenza verso di sé, come se volesse aggredirlo.
Di Mare, nel pomeriggio, si era recato al Pronto soccorso dell’ospedale Muscatello di Augusta, dove aveva riferito ai sanitari di essere stato aggredito da una persona che conosceva e di avere ricevuto “un pugno” alla spalla destra, e per questo era dolorante.
I sanitari, dopo averlo visitato, lo avevano dimesso con una prognosi di cinque giorni.
A poche ore dall’episodio, con un post sul suo profilo facebook, il sindaco aveva accusato l’aggressore di “predicare bene e razzolare male”, definendolo uno dei “dispensatori di medaglie” che “ha travalicato i confini delle buone maniere, spingendosi oltre i limiti, passando dalle parole sui social alle minacce verbali e all’aggressione fisica”.
Immediata era arrivata la solidarietà di tutto il mondo politico e della società civile, e di numerosi cittadini.
Nel corso delle indagini, svolte dagli agenti del Commissariato di Polizia, grazie all’acquisizione dei filmati registrati dal sistema di videosorveglianza del locale in cui era avvenuto lo scontro, era stato accertato che, nel corso dell’animata discussione, Raina aveva afferrato per il braccio Di Mare che si era divincolato.
Dopo la discussione, Di Mare era ritornato al suo tavolo, all’interno del locale, dal quale si era allontanato dopo circa un quarto d’ora.
Nel provvedimento di non luogo a procedere nei confronti di Raina, il giudice monocratico del Tribunale di Siracusa scrive che, dalle indagini svolte, “emerge, dunque, in modo incontrovertibile, che il querelante non è stato colpito con un pugno dall’imputato alla spalla destra, a differenza di quanto dallo stesso riferito ai sanitari del Pronto Soccorso, dove si era recato nel pomeriggio, per farsi refertare, dopo che era ritornato a sedersi all’interno del bar”.
Il giudice ha quindi ritenuto “poco attendibile la versione fornita dal querelante” e che “non vi è piena prova che l’imputato avesse pronunciato espressamente la frase ‘Sei uno sporco fascista, ti faccio vedere io’”.
Con queste motivazioni, ha quindi emesso la sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Raina perché il fatto non sussiste.
Il sindaco Di Mare ha rinunciato a impugnare la sentenza che, trascorsi i 90 giorni previsti dalla legge, è ora irrevocabile.
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