Ha conseguito la laurea triennale in lettere moderne all’Università degli studi di Catania con una tesi sul tema “L’Augusta di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il caso Lighea”, la giovane augustana Noemi Failla che, con le sue ricerche ha portato qualcosa di nuovo sull’identità della musa ispiratrice dello scrittore per il romanzo La Sirena noto, appunto, anche come Lighea.
Per il contributo dato alla città con il suo lavoro, Noemi che ha dedicato la tesi ad Augusta, è stata ricevuta a palazzo di città dal sindaco Giuseppe Di Mare e dall’assessore alla Cultura Giuseppe Carrabino che si è reso disponibile nel supportare la giovane nelle sue ricerche.
Onorato di incontrare Noemi Failla, accompagnata dai suoi genitori si è detto il capo dell’Amministrazione comunale.
“Una tesi, quella della nostra giovane concittadina che ha permesso di far luce sulla “musa” ispiratrice dello scrittore che, nell’immaginario popolare, riportato anche in qualche autorevole pubblicazione, era Grazia Omodei, esponente di una nobile famiglia.
Auguro a Noemi un percorso di soddisfazioni nel proseguo degli studi nel settore del giornalismo e dell’editoria per una proficua e duratura carriera lavorativa” ha scritto sui social il sindaco.
“Noemi – spiega l’assessore Carrabino – nella sua tesi su Lighea ha fatto una ricostruzione storica attraverso non solo le fonti orali ma anche attingendo notizie da documenti appurando che, tutto ciò che era stato detto sulla musa ispiratrice di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e cioè che si trattasse di Grazia Omodei, l’ultima della tre sorelle Omodei, figlia del veterinario di via Garibaldi in realtà non collimasse l’atto di battesimo, poiché quanto Giuseppe Tomasi di Lampedusa venne ad Augusta da militare Grazia, nata nel 1910, aveva solo 6 anni.
Pare quindi che sia, invece, una trasposizione della figura della mamma, altra bella donna, che è stata l’ispiratrice dello scrittore.
Noemi Failla ha proceduto alla ricostruzione tramite lo Stato civile di Augusta e di Palermo, prendendo visione delle lettere e dei documenti nell’archivio militare di Catania, dove è stato verificato dal foglio matricolare quale è stato il periodo effettivo della presenza di Giuseppe Tomasi ad Augusta.
E’ stato confermato che alloggiò nell’albergo di via Garibaldi di proprietà Danieli”.
“Il mito Lighea da sempre serpeggia nella città di Augusta e quindi– dice Noemi – abbiamo indagato per tentare di sciogliere il grande caso.
Per primo negli anni 90’ del secolo scorso Giuseppe Carrabino, oggi assessore alla Cultura e mio nonno Sebastiano avevano fatto ricerche sul caso e io ho deciso di completare la ricerca.
Dopo aver appurato che durante la permanenza dello scrittore nella nostra città Grazia Omodei era solo una bambina, con la mia docente relatrice dell’Università di Catania Milena Giuffrida mi sono trovata d’accordo sul fatto che, la musa ispiratrice potrebbe essere stata la madre Alfia Conti e che tutte le tradizioni rilevate in Grazia in realtà siano state tramandate dalla madre”.
Noemi che proseguirà gli studi universitari per conseguire la laurea specialistica ha trovato le istituzioni disponibili e l’assessore Carrabino, entusiasta ad accogliere il caso.
“Abbiamo collaborato soprattutto per accedere all’archivio del Comune – ha aggiunto la giovane augustana – e allo stato civile di Palermo dove siamo risaliti al certificato matrimoniale dei genitori di Grazia, e successivamente all’archivio religioso della chiesa Madre per il certificato di battesimo.
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