Un esposto -denuncia è stato presentato da Natura Sicura alla Procura della Repubblica di Siracusa per la rimozione del canneto nelle saline di Augusta Migneco -Lavaggi. Il sindaco Di Mare:”l’intervento era necessario per la sicurezza dei cittadini”.
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“Un’intera fascia di canneto ripariale è stata rimossa all’interno del Sito d’importanza Comunitaria delle Saline Migneco-Lavaggi di Augusta. L’intervento, consistito in un taglio radicale e indiscriminato, pare sia avvenuto in occasione dei lavori di pulizia del canalone di raccolta delle acque piovane che costeggia le saline all’ingresso della città di Augusta”. Natura Sicula Siracusa ritenendo che la rimozione del canneto abbia prodotto un grave danno ecologico all’habitat naturale delle Saline ha presentato un esposto -denuncia alla Procura della Repubblica di Siracusa.
“L’habitat naturale delle saline è stato privato di una fascia vegetazionale che svolgeva l’essenziale funzione di depurazione delle acque e di riparo e luogo di riproduzione per molteplici specie uccelli migratorie e residenti. Il canneto – spiega Fabio Morreale, presidente di Natura Sicula – è habitat di varie specie di passeriformi nidificanti quali ad esempio la Cannaiola Acrocephalus scirapceus e il Cannareccione Acrocephalus arundinaceus. Sono specie che durante lo svernamento si riuniscono nel canneto in grandi gruppi. Con il venir meno del canneto viene improvvisamente distrutto l’habitat di queste specie di passeriformi e scompare un’importante ‘barriera’ visiva e acustica che la natura offriva a protezione di tutta l’avifauna. Il taglio in questione, ricadendo all’interno del perimetro del Sic-Zps-Zcs “Saline di Augusta”, avrebbe richiesto una preliminare Valutazione d’Incidenza Ambientale (VIncA), obbligatoria ai sensi della Direttiva 92/43/Cee ‘Habitat’.
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Inoltre, trattandosi di un’area sottoposta al massimo vincolo di tutela dal Piano Paesaggistico di Siracusa, nessun intervento di tal genere, sottolinea l’associazione, poteva essere eseguito senza la preventiva autorizzazione della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Siracusa. A valutare la liceità dell’intervento sarà adesso la Procura della Repubblica di Siracusa, nei cui uffici Natura Sicula ha depositato il 21 dicembre un documentato espostodenuncia. “Tra i reati ipotizzati – conclude Fabio Morreale – vi sono l’abuso paesaggistico (art. 181 d.lgs 42/2004), la distruzione di habitat all’interno di un sito protetto (art. 733 bis c.p.) e il deturpamento di bellezze naturali”.
“Si è trattato di un intervento necessario per la sicurezza dei cittadini per far defluire meglio l’acqua. Lo abbiamo effettuato – dice il sindaco Giuseppe Di Mare – ed ha dato risultati importanti. Lasciamo quindi ai signori del No sempre, qualunque riflessione e siamo sicuri e fiduciosi nella magistratura. Noi pensiamo a risolverli i problemi, piuttosto che stare dietro la scrivania”.