Rivenuti in carcere dalla polizia penitenziaria: tre cellulari tipo smartphone, un microtelefono, tre cavetti usb, un cavetto usb artigianale, due prese carica batterie, tre sim telefoniche, una scheda di memoria, due custodie per microtefono (che ha le dimensioni di un accendino) un involucro in carta carbone utilizzato per eludere il segnale degli apparati metal detector.
Il sequestro è avvenuto nei giorni scorsi nel corso di una perquisizione ordinaria da parte del personale operante del reparto nella casa di reclusione di Augusta.
Gli agenti hanno, dunque, sottratto ai reclusi tutti gli apparecchi occultati in una sacca nera nascosta all’interno del muro, sopra il battiscopa, dietro la branda, tramite un foro praticato nella parete scavato all’interno e ricoperto da stucco ricavato artigianalmente con un impasto rudimentale.
“Nonostante l’abile occultamento, la circostanza non è sfuggita al personale che opera nel reparto che, insospettito dalla difformità della parete ha ispezionato tutto il muro e individuato il punto esatto nonostante fosse ricoperto ad arte” riferisce il comandante Dario Maugeri, dirigente della Polizia penitenziaria.
“Tale attività – spiega – si colloca tra le operazioni di contrasto al possesso illecito di dispositivi telefonici ex art. 391 ter c.p. per il quale sono stati denunciati i detenuti occupanti alla Procura della Repubblica di Siracusa”.