Un momento di fede che ha riunito, seppur virtualmente, i cuori degli augustani, credenti e laici.
Nemmeno un nemico invisibile come il virus Covid19 è riuscito a frenare il rito “da’ trumma“, ovvero la tromba nella notte del Giovedì santo, ogni anno eseguito da Gaetano Galofaro, seguito dal rullare di un tamburo, eseguito da Emanuele Di Grande. Una tradizione fortemente sentita ad Augusta in quanto essa non è soltanto il suono di uno normale strumento musicale, ma simboleggia la disperazione e il pianto di una madre, la Madonna, che nel giro di poche ore perderà il il proprio figlio, Gesù Cristo.
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Nonostante inizialmente fossero state rilasciate, tra le polemiche e qualche polemologo da tastiera, le autorizzazioni necessarie affinché questo rito si svolgesse nel rispetto delle restrizioni sanitarie, all’ultimo secondo le stesse sono state revocate e, in serata, Gaetano Galofaro e Emanuele Di Grande hanno comunicato “che la tromba non si farà quest’anno, perché gli organi competenti hanno revocato le autorizzazioni che ci erano state concesse per motivi che ancora non conosciamo”.
La devozione e l’attaccamento a questa città hanno superato anche le barriere burocratiche. Dopo aver annunciato di eseguire le note della tromba dai balconi delle loro abitazioni, allo scoccare della mezzanotte i membri della Banda di Augusta hanno dato vita a un vero e proprio flash mob musicale, preceduto da un momento di raccoglimento e preghiera, che ha visto la partecipazione e l’emozione di migliaia di utenti augustani i quali, condividendo post e video sui social, hanno manifestato una devozione, sia concreta che virtuale, a cui aggrapparsi.