“Con oltre 35 ettari in un solo anno, l’equivalente di 49 campi di calcio, Augusta si piazza in testa alla classifica dei comuni siciliani per consumo di suolo nel 2023″.
Dei primati “conquistati” da Augusta per il consumo di suolo nel 2023 e delle conseguenze che ne derivano, nell’immediato e in prospettiva, per il territorio e per l’ambiente tutto ha parlato, stamattina, il coordinamento Salvare Augusta, in conferenza stampa fornendo anche aggiornamenti sullo stato delle vicende relative ai progetti e piani di lottizzazione in itinere.
In programma nuove lottizzazioni, supermercati e discariche per ulteriori 50 ettari.
“Per consumo di suolo Augusta è davanti persino alle città metropolitane di Palermo (21 ettari) e Catania (15 ettari) che sommate insieme consumano quasi quanto il Comune megarese riesce a consumare da solo”.
Questi sono dati preoccupanti per Salvare Augusta rappresentata, stamattina da Enzo Parisi di Legambiente, Gianmarco Catalano di Punta Izzo Possibile ed Andrea Tringali di Piano terra che sono intervenuti alla presenza di Cinzia Di Modica del Comitato Stop Veleni, dei consiglieri comunali Giancarlo Triberio e Salvatore Balco e di Gianbattista Toti.s
“Un record inglorioso che, se rapportato all’incremento demografico, diviene addirittura primato nazionale: poco meno di 12 ettari per ciascuno dei tre nuovi abitanti registrati nell’ultimo anno” stigmatizzano gli ambientalisti riportando il rapporto del Sistema nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente (Snpa) secondo il quale, per il periodo 2022- 2023, Augusta “copre” da sola il 7% dell’intero suolo consumato in Sicilia (483 ettari), regione che si attesta al sesto posto in Italia ma con il maggior incremento percentuale per le aree a rischio idraulico.
“A livello provinciale – aggiunge Salvare Augusta – come evidenziato da Arpa Sicilia – Siracusa, come nel 2022, è prima, con 92 ettari, seguita da Catania (89 ettari) e Palermo (84 ettari).
Dall’esame delle cartografie elaborate da Ispra e Arpa, i 35 ettari consumati ad Augusta si collocano in prevalenza nella zona industriale, dove accanto ai campi fotovoltaici spiccano i 6 ettari cementificati da Sonatrach per la realizzazione di un complesso edilizio composto di uffici, magazzini e diversi fabbricati in cemento armato da adibire a officine.
Il tutto in un’area soggetta a vincolo di tutela 1 (paesaggio 7f) secondo il Piano paesaggistico regionale”.
Parisi, Catalano e Tringali hanno messo in evidenza, inoltre, il fatto che: nuovi fabbricati residenziali sono invece sorti tra il Monte Tauro e la Gisira (Brucoli), località quest’ultima dove tra il 2022 e 2023 sono scomparsi circa 8 ettari per far spazio a nuove villette.
“Al cospetto di questo scenario allarmante, che produce enormi danni socio-ambientali, sanitari ed economici per la collettività, l’Amministrazione comunale – dicono – non solo ignora il problema ma anzi rilancia con la pianificazione di nuove generose colate di cemento per insediamenti commerciali, turistici e residenziali.
Tutti progetti che al momento sono al vaglio del Dipartimento regionale dell’Urbanistica dopo le denunce depositate da Salvare Augusta e rilanciate da alcuni consiglieri comunali.
Mettono in luce una prospettiva allarmante in quanto: “se gli interventi urbanistici e d’edilizia privata avallati dall’Amministrazione Di Mare fossero realizzati nei prossimi anni, tra piani di lottizzazione, ipermercati, fast-food e discariche c’è da attendersi un incremento del consumo irreversibile di suolo di almeno 50 ettari.
Una cifra da sommare ai 64 ettari già venuti meno tra il 2021 e il 2023, che rappresentano i tre quarti del territorio consumato ad Augusta negli ultimi 11 anni (2013-2023).
Se lo scopo dell’Amministrazione è quello di raggiungere tristi primati bisogna prendere atto che ci sta riuscendo:
Augusta prima in Italia per consumo pro-capite per nuovi abitanti, prima assoluta in Sicilia ed entrata con pieno demerito al 7° posto nella Top Ten dei comuni italiani per consumo di suolo.
Già oggi un quinto del suolo del comune di Augusta (2.206 ettari della superficie totale di 11.070 ettari) risulta “consumato”, ormai sigillato e impermeabilizzato.
E mentre si sta procedendo a grandi passi verso la desertificazione, continuare su questa strada non solo è in contrasto con la normativa che ci impone di non consumarne altro ma una insana strategia auto-distruttiva che è urgente fermare per salvaguardare la vita, il benessere delle persone e dell’ecosistema.
Gli Attila, i nuovi e i vecchi vandali devono sapere che tagliare gli alberi per piantare cemento è una politica barbara che Salvare Augusta e i cittadini responsabili e consapevoli di questa città continueranno a contrastare democraticamente e a viso aperto” conclude il coordinamento Salvare Augusta.
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