“La vastità e la portata dei massicci sbancamenti e spianamenti sono cosi estesi da aver modificato il paesaggio, con danni irreparabili all’ambiente e al patrimonio archeologico”. Italia Nostra interviene su una vicenda che tanta indignazione ha suscitato in città. La locale sezione redigerà in collaborazione Italia Nostra Sicilia un dossier da consegnare all’assessore regionale e ai ministeri competenti.
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Una ferita insanabile in una fascia costiera con livello di tutela 3 a ridosso di una zona di conservazione speciale. Italia Nostra interviene sulla vicenda Punta Castelluccio che ha visto nei giorni scorsi il sequestro dell’area da parte della Capitaneria di porto di Augusta per il mancato rispetto delle norme di tutela del paesaggio. Già più volte l’associazione aveva chiesto una maggiore attenzione e vigilanza per tutelare il territorio di Brucoli – Agnone; per questi motivi redigerà in collaborazione con il presidente regionale di Italia Nostra Sicilia Leandro Janni un dettagliato dossier da consegnare all’assessorato regionale e ai ministeri competenti.
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“L’opera di distruzione del paesaggio – sottolinea Jessica Di Venuta- continua con metodo e con ritmo inarrestabili. I suoi risultati sono più gravi e più visibili nelle regioni dove la ristrettezza delle aree e la concentrazione degli abitati si accompagnano a caratteristiche ambientali incise; è il caso della costa tra Brucoli ed Agnone, singolarissima avendo una lunghezza di circa 40 chilometri ed una costa alta ed inaccessibile che in certi tratti ha la profondità utile a uno sfruttamento edilizio nascosto, ma è al tempo stesso ricca di bellezze naturali ed aree archeologiche. Si sta preparando l’assalto a una delle parti più belle e meno note della Sicilia, già in passato devastata da abusi edilizi, in particolar modo la zona di Castelluccio così nascosta da essere meta di un turismo limitato, frequentata prevalentemente nei mesi estivi , fatta di case a picco sul mare, un tempo ornato da vigneti e orti. Disgraziatamente, essendo la zona inaccessibile poco nota e pochissimo frequentata, i progetti maturano nel silenzio, lasciando agli speculatori la responsabilità di deturparla, come è stato fatto in tante altre parti della Sicilia”.