La sezione locale di Italia Nostra, la cui presidente Jessica Di Venuta ha partecipato, nei giorni scorsi, alla riunione tenutasi online sul progetto di restauro del Castello svevo, chiarisce la propria posizione in merito all’abbattimento della struttura carceraria, dicendosi contraria.
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“La superfetazione carceraria edificata nel 1890 è patrimonio culturale, storico e monumentale della nostra città, e parte integrante, irrinunciabile e qualificante del nostro paesaggio per questo motivo, bisogna recuperare e restaurare in toto il Castello Svevo di Augusta partendo dal consolidamento delle fondazioni, dei bastioni e anche della cinta muraria sul mare così’ da impedirne il crollo imminente”. Lo dichiara Jessica Di Venuta, presidente di Italia Nostra, in una nota inviata alla stampa per chiarire la sua posizione in merito alla parte del progetto di restauro del Castello svevo che prevede l’eliminazione di un’importante testimonianza del passato. Posizione che non è venuta fuori nell’articolo sull’esito dell’incontro, tra l’Assessorato regionale e la Sovrintendenza ai Beni culturali, Il Comune e le associazioni, che abbiamo pubblicato il 3 dicembre scorso.
“La superfetazione carceraria, edificata nel 1890, è patrimonio culturale, storico e monumentale della nostra città – sottolinea Jessica Di Venuta – e parte integrante, irrinunciabile e qualificante, non solo del nostro paesaggio, ma anche per le generazioni di augustani che si sono succedute nell’arco di questi ultimi due secoli. Il paesaggio urbano è l’insieme dell’ambiente e dei luoghi con cui una persona sviluppa una relazione di attaccamento, per la sua salienza relazionale e temporale nell’arco della vita e per i benefici riconducibili alla dimensione del benessere collettivo. La tutela del paesaggio, sintesi visibile della relazione dell’uomo con l’ambiente, è anche un importante fattore di aggregazione sociale, e un tema fortemente sentito come connesso alla qualità della vita”.
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Per Italia Nostra preservare la memoria storica del Castello svevo, di cui è parte integrante la struttura carceraria ,significa non soltanto tutelare l’integrità del bene culturale ma anche l’identità del territorio megarese, e inoltre creare ricchezza attraverso il turismo. “La secolare struttura penitenziaria, si distingue non solo per le sue caratteristiche intrinseche, riferibili ad eventi singoli e collettivi relativi alla storia d’Italia, ma soprattutto per il suo valore storico testimoniale, oggetto di vincolo contemplato dall’articolo 2 della Legge 1089 del 1939 con l’introduzione, a partire dal Dpr 283/2000 art. 2, comma 1, lettera d della tutela di beni culturali aventi valore storico – identitario. Necessario è, quindi, restituire alla fruizione il nostro bene culturale con la creazione di un museo della detenzione e del brigantaggio. Demolire la struttura carceraria – conclude Jessica Di Venuta – equivale a perdere un secolo di storia narrato a partire dall’unità d’Italia, e sicuramente in seguito le future generazione chiederanno il conto di questa scelta”.