Si può ridere e piangere nello stesso momento in un coinvolgimento di emozioni uniche provocate da una storia intramontabile. Questi sono stati gli stati d’animo del pubblico. Questo è ciò che ha trasmesso il Teatro Stabile di Augusta.
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Mauro Italia nella regia de ” ‘U Scialli” opera tratta e rivisitata dalla celebre narrazione di Francesca Sàbato Agnetta in scena al tensostatico estivo del Teatro Don Bosco di Pedara. La tragicommedia scorre fluida sotto gli occhi dello spettatore, che si muove in perfetto equilibrio tra risate scroscianti provocate dal protagonista e dalle lacrime di commozione riservate nel toccante finale a sorpresa, tragico epilogo di una storia fatta di valori sinceri soffocati da chi continua, incessante, a gettarsi tra le braccia di quell’amore finto e passionale che di semplice è puro non ha nulla.
Tutto ciò si evince grazie alla bravura di una compagnia teatrale d’eccezione colma di pathos che solo chi vive con passione quest’arte può vantare di avere. Cosi Cola magistralmente interpretato da Pippo Zanti diventa l’emblema di una verità, spesso scomoda e che solo “ u babbu do riuni “ può sfoggiare apertamente. Il suo cuore che sprigiona affetto non è né immorale né malato, ma diretto e estremamente sincero come quello che prova per Sisidda personaggio interpretato da Tiziana Lo Re, l’unica che non lo schernisce trattandolo a suo pari. “tu non si maritata ccù mia?” in una scena gli sussurra. Cola si fa stendardo di quella verità e bontà di cuore che molto spesso viene trascurata e ignorata, tralasciata da una società che mira all’apparenza e non a ciò che può dare realmente una persona. L’eccezionale Carla Baffo, abilmente invecchiata dal trucco di Matteo Ternullo, che riveste in modo impeccabile il ruolo di Za’ Gati, mamma del protagonista, rappresenta ancora oggi quei sani principi che spesso, in virtù della corruzione e degli inganni, vengono trascurati ed abbandonati. Anche lo stesso Mauro Italia, volto noto al pubblico, regista dello spettacolo, è un perfetto Gaetano, fratello di Cola, sopraffatto dalla bellezza superficiale di Vennira, nella scena Silvia Corbino, a discapito di quello puro e semplice che sua moglie Mara, interpretata da Ninetta Lavio, tenta incessantemente di donargli.
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Grande la giostra di personaggi che si alternano sul palcoscenico, come l’attrice Giorgia Messina nel ruolo dell’oste indebitata che dà lavoro a Cola, che contribuiscono in modo significativo alla trama, il maestro Santo Riffa colora la figura dell’avvocato Mancia abilmente ridisegnato dal regista Italia. Corradina Firrinceli interpreta magistralmente la zia Nina in una drammatizzazione della classica majaria di cultura siciliana particolarmente suggestiva, e poi Giovanni Spadaro che in un cameo traspare ironia e comicità. In scena “l’attor giovine” del Teatro Stabile di Augusta, Gabriele Vinci.
La colonna sonora e i testi delle canzoni appositamente composte da Mauro Italia e Antonio Zappalà danno quel tono di sapore in più al lavoro della compagnia, anche in quella profonda e commovente “ninna nanna” di chiusura del primo atto eseguita con una passione unica dalla voce di Sabrina Russo e accompagnata dalle coreografie di Marinella Colizzi.
Piano luci da brivido disegnate da Demetrio Morello di Loudness Italia, che hanno esaltato una scenografia d’incanto. Il tutto abilmente e con certosina attenzione coordinato da Francesca Finazzo suggeritrice del lavoro e Alessandra Casalaina. Le foto di scena cosi come quella della locandina sono di Fiorenzo Fiorenza.