Il carcere di Noto soffre di una grave carenza organica.
Il problema è stato rappresentato al sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia dal Sappe di cui è segretario provinciale, Salvatore Gagliani, unico sindacato, come quest’ultimo puntualizza, presente all’incontro con il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove, che ieri ha visitato la casa di reclusione .
“A causare la forte la carenza di personale a causa di irrisorie assegnazioni organiche, quando il carcere di Noto è tra i tre Penitenziari della provincia che ha la media anagrafica su circa 60 unità amministrate di polizia penitenziaria altissima: 49 sono oltre i 50 anni, con una anzianità oltre i 30 anni di servizio.
Siamo in attesa di 10 assegnazioni di poliziotti a gennaio 2025, termine del corso di allievi in atto
A parere di questa segreteria provinciale che rappresento nel penitenziario di Noto – sottolinea Gagliani – occorrono 3 cose in maniera prioritaria”.
La prima, secondo il sindacalista: “è la tutela degli agenti di Polizia penitenziaria al centro dei processi di miglioramento della vita lavorativa adeguando il carcere di Noto di strumenti che possano alleggerire le criticità che scaturiscono dal sovraffollamento cronico.
Ciò è possibile dotando i posti di servizio di impianti di allarmi anti aggressione che consentirebbero celeri ed adeguati interventi a sostegno dell’incolumità dei poliziotti che rappresentiamo.
Che il penitenziario sia destinato di fondi adeguati che permettano l’apertura automatizzata delle celle e dei cancelli di sbarramento, necessari per migliorare e alleggerire i carichi di lavoro della vita lavorativa degli ultra cinquantenni poliziotti di Noto”.
Si chiede poi la dotazione organica di poliziotti.
“Per ultimo ma non meno importante nelle priorità – aggiunge – che si destinassero i fondi per riaprire il secondo piano delle lavorazioni, (sari e tessitori), si sarebbe fatto un passo avanti per rendere davvero migliore la vita alla Polizia penitenziaria di Noto che avrebbe meno reclusi in sezione da gestire facendo produrre loro qualcosa”.
Per il segretario provinciale del Sappe inoltre: “la casa di reclusione di Noto dovrebbe avere un direttore che non abbia altri incarichi e venga in Istituto una volta a settimana, sarebbe davvero una catena di comando reale e non a distanza, realizzando un protocollo di intervento per eventi critici inesistente” conclude Gagliani ritenendosi soddisfatto dell’incontro.
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