Ogni città ha i suoi volti, quelli che, pur restando nell’ombra, diventano simboli di un’epoca. Augusta ha avuto la sua figura emblematica: Vincenza Zuppello, conosciuta da tutti come “‘A Mazzucca”.
Una donna che ha vissuto la sua quotidianità in modo discreto, ma che è rimasta nel cuore della città, diventando un’icona di un’Augusta ormai lontana.
Ogni giorno, la sua presenza era immancabile: seduta sulla sua panchina o affacciata alla ringhiera della villa, sempre con il cappello e la borsetta, “‘A Mazzucca” osservava il passaggio della vita cittadina. Sembrava sempre in attesa di qualcuno che, però, non sarebbe mai arrivato.
Questa sua routine silenziosa è diventata un tratto distintivo della città, un simbolo di pazienza e attesa, ma anche di una semplicità che affascinava chi la incontrava.
A renderle omaggio un romanzo dell’augustano Carmelo Fazio, intitolato appunto “‘A Mazzucca”, che racconta di un’Augusta del secolo scorso, una città che, attraverso il racconto dei suoi personaggi e dei suoi luoghi, rivive nel cuore di chi l’ha conosciuta. Ma al centro di tutto c’era sempre lei, Vincenza Zuppello, il cui spirito ha permeato le strade e i ricordi di chi la ricordava con affetto.
Oggi, nonostante il passare degli anni, la figura di “‘A Mazzucca” è ancora viva nella memoria collettiva.
‘A Mazzucca non cercava la notorietà, ma attraverso la sua presenza ha rappresentato, per molti, un legame con il passato e con le tradizioni di una città che ha visto crescere e trasformarsi nel corso del tempo.
La città di Augusta non dimenticherà mai questa donna, che, con il suo silenzioso quotidiano, ha scritto una parte della storia della comunità. La sua memoria rimarrà impressa tra le strade della città, raccontata nei ricordi di chi l’ha vista e vissuta.
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