Per Anita Astuto, responsabile Energia e Clima di Legambiente Sicilia, la designazione del porto di Augusta nell’ambito della creazione del polo strategico nazionale per la progettazione, produzione e assemblaggio di piattaforme galleggianti per lo sviluppo della cantieristica navale finalizzata alla produzione di energia eolica in mare, rappresenta momento si svolta.
“Dopo quello del Tyrrhenian Link, è stato messo nel posto giusto un altro tassello della transizione energetica del Paese che individua la Sicilia quale una delle regioni trainanti di questa trasformazione”.
Ricordiamo che il Tyrrhenian Link è il nuovo elettrodotto in corrente continua ad alta tensione, che sta realizzando Terna per collegare Sardegna, Sicilia e Campania, in modo da facilitare e rendere più efficiente lo scambio dei flussi di energia da fonti rinnovabili, storicamente più presenti nei territori delle isole e al Sud, potenziando gli sforzi di decarbonizzazione del sistema energetico italiano.
Per Legambiente, il fatto che un porto siciliano faccia parte del polo strategico nazionale per lo sviluppo dell’eolico offshore, rappresenta un passo importante per gettare le basi per una solida strategia di decarbonizzazione, grazie alle potenzialità di questa tecnologia che permetterà di produrre grandi quantità di energia rinnovabile anche nel mar Mediterraneo riducendo sempre più la dipendenza dalle fonti fossili.
Il presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo, sottolinea come quella relativa all’eolico offshore, insieme alle altre filiere delle tecnologie rinnovabili e dell’economia circolare, può rappresentare uno degli sbocchi occupazionali chiave del reimpiego dell’intero comparto industriale metalmeccanico.
Uno sbocco importante per i lavoratori in uscita dalle attività della filiera petrolifera, nell’ottica della riconversione industriale del polo siracusano, e una opportunità lavorative per i troppi giovani siciliani con competenze tecniche al momento spendibili lontano da casa.
“Crediamo che la transizione energetica vada sostenuta e pretesa dalle comunità locali perché si realizzi seguendo la rotta della giustizia ambientale e sociale, come stiamo chiedendo con forza attraverso la campagna Ecogiustizia Subito e al Patto di Comunità che abbiamo cominciato a costruire insieme a Libera, ACLI, ARCI, Agesci, Caritas”.
Per l’associazione ambientalista, la notizia del Porto di Augusta nel polo strategico nazionale dell’eolico offshore dimostra che quando le istituzioni locali, regionali e nazionali lavorano in sinergia, si possono mettere in campo azioni di lungo respiro che aprono grandi opportunità per le giovani generazioni e per il futuro della Sicilia.
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