Saranno Augusta e Taranto i due poli italiani dell’eolico offshore, dove verranno costruite le piattaforme galleggianti per le turbine.
Civitavecchia e Brindisi ospiteranno attività di supporto ai due poli.
Questo in estrema sintesi il contenuto del decreto interministeriale, firmato dai ministri dell’Ambiente, delle Infrastrutture e dell’Economia, che lo hanno trasmesso alla Ragioneria di Stato.
Durante la visita a Siracusa di sabato scorso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo aveva parlato di un importante investimento che un’impresa italiana che ha deciso di realizzare, insieme a un’impresa straniera, leader mondiale nella produzione di grandi impianti eolici, di realizzare nel polo che nascerà nell’asse tra Brindisi e Taranto, senza citare il porto di Augusta e sollevando qualche perplessità.
La notizia della firma del decreto fuga ora ogni dubbio.
Si tratta di passaggio fondamentale, nell’ambito della riconversione ecologica del polo industriale siracusano.
Una importantissima opportunità di rilancio del tessuto produttivo, per avviare quella transizione energetica in chiave ecologica, valorizzando le professionalità e il capitale umano della zona industriale del siracusano.
La notizia è stata confermata dal Presidente della Regione Renato Schifani.
“Esprimo grande soddisfazione per la scelta del governo nazionale che conferma la validità della proposta avanzata dalla Regione.
La decisione è il risultato di un dialogo costruttivo con tutte le Autorità portuali della Sicilia, che hanno individuato in Augusta la località più idonea per ospitare questo importante Polo strategico.
Già questa mattina, a Roma, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin mi aveva anticipato informalmente la notizia, riconoscendo l’impegno del mio governo nella pianificazione e nella valorizzazione delle infrastrutture portuali.
La creazione di un Polo per l’eolico offshore ad Augusta rappresenta una straordinaria opportunità per lo sviluppo economico e occupazionale della Sicilia. Ringrazio tutte le istituzioni e gli attori coinvolti per aver contribuito a questo importante traguardo”.
Si completa così il percorso avviato con il decreto energia, convertito in legge a marzo dell’anno scorso.
L’articolo 8 della legge, “Misure per lo sviluppo della filiera relativa agli impianti eolici galleggianti in mare”, che prevede la creazione di poli strategici nazionali nel settore della progettazione, della produzione e dell’assemblaggio di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare.
L’obiettivo è il raggiungimento dell’autonomia energetica nazionale e sostenere gli investimenti nelle aree del Mezzogiorno.
Era subito apparso chiaro che i porti che hanno le caratteristiche richieste sono quelli di Taranto e Augusta, che dispongono degli spazi necessari, di parte delle infrastrutture e di esperienze nel campo della movimentazione di pale eoliche.
Il decreto contiene gli interventi che dovranno essere realizzati nei quattro porti, ammodernamenti e ampliamenti delle banchine e degli spazi a terra, per adattarli alla produzione per l’eolico offshore.
Secondo le stime di Aero, l’associazione delle imprese dell’eolico offshore, già nel 2028 potrebbe partire la produzione delle piattaforme galleggianti, e nel 20230 si potrebbero avere le prime unità pronte
Al momento, in Italia son 4 i progetti di eolico in mare che hanno già ottenuto la Valutazione di impatto ambientale positiva dal ministero dell’Ambiente.
Due sono quelli ancorati al fondale: quello di Rimini da 330 Mw e quello di Ravenna da 600 Mw.
Glia altri due sono impianti flottanti: quello al largo di Trapani, da 250 Megawatt, e quello di Barletta, da 1,1 Gigawatt.
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