La notizia era attesa da tempo con fiducia, ma l’anticipazione del ministro dell’Ambiente toglie ogni dubbio sulla scelta di Augusta come base strategica per la costruzione degli impianti eolici offshore nel Mediterraneo.
L’altro porto scelto è quello di Taranto, ora si tratta solo di aspettare il decreto per l’ufficialità.
L’annuncio del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin è arrivato nel corso del convegno “Med Wind: sostenibilità ambientale, comunità locali e governance partecipativa”, promosso da Fondazione UniVerde, Stazione Zoologica “Anton Dohrn” e Renexia, che si è svolto a Roma presso la Sala delle Colonne dell’Università Luiss Guido Carli.
Nel corso del convegno è stato presentato il progetto dell’impianto che sarà realizzato al largo delle coste di Trapani e che sarà il più grande del Mediterraneo (leggi l’articolo).
“Abbiamo individuato Augusta e Taranto come base della cantieristica offshore”.
Così il ministro, nel suo intervento, che toglie ogni dubbio sul contenuto del decreto di ormai prossima pubblicazione.
Il ministro ha anche sottolineato l’importanza dell’eolico per il raggiungimento dell’autonomia energetica nazionale.
“L’eolico offshore è uno dei grandi filoni anche per produzione di elevate quantità di energia. La nostra programmazione di scenario al 2040 ne prevede un quantitativo deciso, si parla di quasi 4000 MW, 4GW. Al 2030 poco più di 2 GW.
Con un contributo rilevante come per l’impianto presentato che può raggiungere anche il 3% di quella che è la domanda nazionale odierna.
Se pensiamo che la proiezione al futuro ci dice che nei prossimi 20 anni la domanda di energia potrà essere il doppio, si comprende la portata del contributo che può dare l’offshore”.
Si completa così il percorso avviato con il decreto energia.
L’articolo 8 della legge di conversione, “Misure per lo sviluppo della filiera relativa agli impianti eolici galleggianti in mare”, prevede infatti la creazione di un polo strategico nazionale nel settore della progettazione, della produzione e dell’assemblaggio di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare.
I poli saranno addirittura due, ai quali potrebbe aggiungersi Civitavecchia in una seconda fase.
Diventerà quindi presto realtà quella che rappresenta una importantissima opportunità di rilancio del tessuto produttivo, per avviare quella transizione energetica in chiave ecologica, valorizzando le professionalità e il capitale umano della zona industriale del siracusano.
Era apparso chiaro fin dall’inizio dell’iter che i porti con le caratteristiche richieste sono quelli di Taranto e Augusta, che dispongono degli spazi necessari, di parte delle infrastrutture e di esperienze nel campo della movimentazione di pale eoliche, che nel caso di Augusta riguarda anche l’offshore.
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