Un giovane venditore ambulante dona la sua merce agli “eroi” del Muscatello. E vuole rimanere anonimo. È stato adottato da Augusta e le sue origini non sono italiane.
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È una di quelle storie di infinito amore e grande solidarietà che in altri periodi avremmo raccontato a Natale. Ma a tempo di Covid 19 una sola di queste storie al giorno sarebbe troppo poco. Ma, come si dice, è il gesto che conta e, in alcuni casi, molto più chi lo compie. Perché non sarà stata mica la prima volta che all’ospedale Muscatello di Augusta medici e infermieri si vedono arrivare carichi di “generosità” infiocchettata con le migliori sigle altisonanti al pari di titoli nobiliari fantasmagorici e degni delle più fastose cerimonie di ringraziamento pubblico. Del resto, noblesse oblige? Ma esiste un altro tipo di nobiltà. Quella che non vuole farsi riconoscere, che preferisce l’anonimato e togliersi il pane dalla bocca per darlo ai più bisognosi. Un santo? Un uomo o una donna di chiesa? Non necessariamente. O magari si.
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Il protagonista di questa storia è un umile giovane venditore ambulante, uno dei tanti che con la sua bancarella (probabilmente ereditata dal padre) anima il mercato del giovedì ad Augusta. Lui non è di Augusta. È stato adottato da Augusta una ventina di anni fa. Circa. E per rispettare la sua volontà di anonimato, diremmo che è di origine marocchine. Non italiane. Questo ragazzo, che ha frequentato scuole e strade di Augusta, avrebbe potuto vendere “sottobanco” la sua merce visto che ogni forma di assembramento è stata vietata e bandito qualsiasi mercato. Come tanti altri avrebbe potuto “fare la cresta” sui suoi prodotti e rivenderli a prezzi poco onesti, approfittando del periodo di magra e al difficile reperimento di presidi sanitari. E invece ecco qui pronti all’uso, a beneficio di pazienti e operatori della sanità, decine di camici monouso, guanti, disinfettanti, detergenti, mascherine e chi più ne ha più ne metta di questo genere qua! Solo un sorriso coperto dalla mascherina (gli occhi parlano da soli anche in queste occasioni) neanche un abbraccio né tantomeno la rispettosa stretta di mano da protocollo. Nulla di tutto questo.
Il giovane ventenne venditore ambulante di origine diremmo marocchina, una volta adagiati i pacchi dono all’ingresso del Muscatello, ha girato i tacchi non senza aver prima, lui, ringraziato gli “eroi” dai camici bianchi o verdi. ‘”Grazie per quello che fate ogni giorno”. Quel giovane ha capito che la Vita passa da lì, attraverso il Muscatello, e sta gridando “aiuto”. Una bella storia che sono sicura voi saprete raccontare meglio di me.