Impressioni e vagheggiamenti di un augustano sul film “La casa dei dirigibili. L’Hangar di Augusta tra passato e presente.
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Un manifesto della bellezza in grado di riaccendere il cuore e l’orgoglio di una città che sembra abbia smesso di amarsi. Potremmo definirlo così “La casa dei dirigibili. L’Hangar di Augusta tra passato e presente”, film diretto dal regista augustano Lorenzo Daniele e prodotto dall’associazione “AlzatiAugusta”, con il sostegno della Sicilia Film Commission, che racconta la storia di un monumento, L’Hangar, che svetta nel panorama megarese con l’imponenza degna di un antico tempio greco o di una grande cattedrale europea.
Un documento di importanza rilevante, che restituisce dignità storica e culturale a una grande opera incompiuta, un gigante costretto a fare i conti con un mondo in continuo mutamento. Costruito sul finire del Primo conflitto mondiale, L’Hangar di Augusta fu poco utilizzato, poichè i dirigibili, simbolo di un mondo ormai appartenente al passato, iniziarono a perdere la loro importanza. Soltanto due dirigibili utilizzarono la base di Augusta: nel 1924 con il dirigibile OS e nel 1926 con lo N2. Nel 1925 tutta l’area venne inglobata nell’idroscalo della Regia Aeronautica e, durante la Seconda guerra mondiale, ebbe importanti funzioni tattiche. Nel 1943 venne occupato dalle truppe alleate, per poi rinascere nel Secondo dopoguerra come idrosoccorso nella rinata aviazione repubblicana.
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L’Hangar di Augusta è il simbolo di un crocevia di due epoche che hanno contrassegnato la storia umana: la prima caratterizzata da una “lentezza” in cui era l’uomo a dettare i tempi e le dimensioni del progresso tecnologico; la seconda, invece, caratterizzata da una fase in cui la tecnologia è riuscita a sovrastare la vita dell’uomo, dettandone i ritmi e gli obiettivi. E’ altresì testimone del cambiamento di Augusta che, nel corso del ‘900, ha visto la vocazione agraria e marinara lasciare posto al progresso dell’industrializzazione, con la costruzione del polo petrolchimico, frutto di uno sfrenato progresso che ha raccolto la miseria della Guerra e le speranze di un mondo che voleva ricominciare a vivere.
Un’opera ancora viva, seppur decadente per via dell’inesorabile scorrere del tempo, che a distanza di cento anni racconta i fasti di una città che non ha smesso di vivere. Un monumento da salvare per poter rilanciare una città diventata l’ombra ingrombrante di se stessa, un’ombra che rischia di eclissare una storia quasi millenaria. Potremmo interpretare la foto del dirigibile che esce dall’Hangar con queste parole: “L’Hangar è Augusta. Il dirigibile un obiettivo ambizioso: decollerà?”
Guarda il film in Prima Visione Mondiale (visibile fino al 30 Aprile 2020)