La vicenda relativa alle scelte in materia urbanistica ed edilizia, dopo la seduta di Consiglio comunale della settimana scorsa vede le associazioni ambientaliste, che fanno parte del coordinamento Salvare Augusta puntualizzare alcuni aspetti del loro comportamento che sarebbero stati travisati, come quello di essersi sottratte al confronto.
In una nota inviata al sindaco Giuseppe Di Mare, agli assessori, ai consiglieri, al responsabile del VI Settore “Servizi di Pianificazione e Sviluppo”, Massimo Sulano, Salvare Augusta replica ad alcune critiche avanzate nei confronti delle associazioni ambientaliste nella seduta del
14 marzo scorso. “Nel corso di questa seduta, si è in particolare sostenuto che le associazioni si sarebbero sottratte al “confronto” con l’Amministrazione comunale e con gli uffici in merito alle vicende urbanistiche oggetto della nostra richiesta ispettiva.
Ci teniamo in proposito a dichiarare che tali affermazioni non sono rispondenti al vero, avendo le associazioni, a più riprese e con richieste regolarmente protocollate, invitato l’amministrazione, i consiglieri tutti e gli uffici a prendere in considerazione le osservazioni e le istante di accesso civico di volta in volta prodotte, intervenendo così nei procedimenti amministrativi quali soggetti portatori di interessi collettivi.
Si tratta peraltro di vicende a cui la stampa ha dato puntuale evidenza.
Le associazioni hanno inoltre richiesto l’avvio della fase di partecipazione pubblica, così come previsto dalle legge, ai fini dell’elaborazione dello strumento urbanistico generale (Pug), della pianificazione commerciale (Puc) e per il piano di utilizzo del demanio marittimo (Pudm)” dichiara Salvare Augusta ricordando infine la nostra convocazione di un Consiglio comunale aperto, formulata dalle associazioni nel novembre 2022, per discutere e informare la cittadinanza sui nuovi progetti ad alto impatto per l’insediamento di discariche e impianti di trattamento rifiuti speciali pericolosi e non (discarica Log Service e impianto Rigenia) e sulle eventuali conseguenze ambientali e sanitarie della ricaduta delle diossine rilevate da Arpa (incendio Ecomac),
“Tralasciando le difficoltà incomprensibilmente frapposte all’esercizio del diritto di accesso agli atti – conclude il coordinamento – constatiamo che ad oggi, purtroppo, tali richieste sono state ignorate, inducendo le stesse associazioni a rivolgersi all’Assessorato regionale e alla Procura della Repubblica.