Internazionalizzazione dei tributi a 4 mesi dalla fine del mandato: “un tentativo dell’amministrazione uscente di gettare la città nel caos” per il consigliere di #perAugusta, Giuseppe Di Mare la scelta di “licenziare” la Publiservizi.
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“Sulla recente decisione dell’amministrazione di rescindere unilaterlamente il contratto con la Publiservizi, società che fino a oggi ha dato supporto per la riscossione dei tributi e la conseguente internalizzazione totale delle funzioni che riguardano questo settore, abbiamo delle importanti perplessità”. Lo dichiara il consigliere comunale di #perAugusta, capogruppo del gruppo misto, in seguito alla decisione messa in atto dall’inizio dell’anno di optare per la gestione interna di tutti i tributi.
“Non siamo contrari all’internazionalizzazione, che nelle condizioni adeguate è probabilmente la scelta migliore, sia in termini di risorse che di competenze. Ci chiediamo però – sottolinea il consigliere di opposizione – se queste condizioni fondamentali ci siano oggi o se si tratterà dell’ennesima decisione che saranno i cittadini di Augusta a pagare a suon di sacrifici, errori e malgestione di tributi. Attualmente, da quello che ci risulta, non ci sono né gli spazi né un adeguato numero di personale che dovrebbe svolgere nel miglior modo possibile questo compito. Il processo di stabilizzazione dei lavoratori comunali (gran parte di questo settore), come annunciato dal Sindaco, probabilmente si concluderà nei prossimi mesi, per cui si tratta ad oggi di personale precario, che va formato per tutta la materia che il Comune vuole riprendere.
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Parliamo di un settore vitale della pubblica amministrazione, che non può essere gestito con tanta superficialità. Oltre a questo, c’è anche un aspetto di ordine legale che ci lascia ampi spazi di dubbio: da una parte, seguendo l’ordine delle delibere e delle determine, l’amministrazione è andata nella direzione di una proroga alla società esterna che ha gestito i tributi dall’altra, con una semplice comunicazione e senza il giusto preavviso decide l’opposto. Ad oggi non sono pervenuti atti che annullano le determine e le delibere precedenti, che ammettono la proroga del servizio fino a quando non sarà indetta nuova gara. Manca dunque l’atto di indirizzo politico ufficiale che dia corso a questo cambiamento in maniera chiara.
In tutto ciò a pagarne le conseguenze, ovviamente, saranno la città e i cittadini, che già in questi giorni girano per gli uffici senza avere chiarezza di risposte e con orari ristretti. Ci risulta, ad esempio, che non sono stati incassati i cosiddetti spuntisti sulle aree mercatali, non osiamo pensare le difficoltà sulle affissioni e tanto altro. A ciò si aggiunge il tema della tutela dei lavoratori della società esterna: in che modo saranno tutelati? Non mi riferisco solo a un ambito economico, ma anche di competenze: ci sono persone che da anni lavorano in questa società e che sono diventati degli specialisti. Vogliamo disperdere queste competenze?
Se metto insieme tutto questo – conclude Giuseppe Di Mare – mi appare il profilo maleodorante di una “polpetta avvelenata”: ovvero di un gentile regalo che l’amministrazione uscente, sapendo che non sarà riconfermata, vuole lasciare in eredità alla successiva, sabotando e gettando nella confusione la nuova amministrazione. Il servizio è stato prorogato per così tante volte che non avrebbe fatto la differenza continuare a mantenerlo in questo stato. Anzi, sarebbe stata correttezza istituzionale consentire alla nuova amministrazione, da chiunque sarà formata, la possibilità di valutare soluzioni alternative senza gettare un Comune nel caos.