La sezione di Augusta della Fidapa, presieduta da Stella Nicolosi, in occasione della Giornata della memoria, che si celebra oggi, ricorda i sei milioni di ebrei uccisi e parla anche dei nuovi genocidi. “I bordelli sono i campi di sterminio del ventunesimo secolo”. Questa la frase pronunciata da Margarita Meira, fondatrice dell’associazione “Madres victimas de trata”, citata dall’associazione.
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In occasione della Giornata della memoria, celebrata oggi, riportiamo una riflessione della Fidapa di Augusta, presieduta da Stella Nicolosi, che ha voluto così dare il suo contributo all’importante ricorrenza. “Il 27 gennaio è una data fondamentale per fissare nella memoria dei più giovani, e non solo, quanto l’essere umano possa perdere dei connotati che lo definiscono, e commettere, in nome di ideali fasulli, orribili delitti. Il genocidio di sei milioni di ebrei, nel cuore del Novecento, fu il trionfo di una ideologia eminentemente moderna con pretese di scientificità: il “razzismo biologico”. La “soluzione finale” ebbe un carattere sistematico e pianificato e, da questo punto di vista, presenta un’armonia sorprendente tra la sua ideologia e i suoi strumenti di morte, testimoniando il contrasto tra il potere spaventoso dell’uomo sull’intero universo e la sua incapacità a vivere in un mondo creato dalla sua forza e a comprenderne il senso. La Shoah ha dimostrato una volta per tutte che il progresso economico e industriale può entrare in contraddizione con il progresso umano e sociale. Essa si compì nel cuore di quella cultura europea che era stata la culla della modernità, pertanto acquista il peso storico “riassuntivo” di ogni genocidio compiuto in nome del progresso, quindi anche dei campi di concentramento della Russia staliniana.
Di contro al progetto “moderno” dei totalitarismi spetta alla memoria ricordare la centralità del valore del singolo uomo. Come ha scritto Pablo Neruda: “Voglio vivere in un mondo dove gli uomini avranno diritti solo perché sono uomini, senza altro titolo che questo…”. Per il momento però non sembra che la tragica esperienza della Shoah abbia insegnato che eventi simili non devono più accadere. Così, per non dimenticare, appare importante ricordare alcuni genocidi che si sono compiuti, tra l’indifferenza generale, nel corso del ventesimo secolo, e che giungono fino ai nostri giorni: il genocidio del popolo Curdo, o i 48 milioni di cinesi caduti sotto il regime di Mao. Per non parlare poi delle vittime delle “pulizie etniche”, compiute nella ex-Iugoslavia, o dei desaparecidos delle dittature militari dell’America latina.
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Desaparecidos: una parola che tormenta l’Argentina e che nel nuovo millennio si coniuga quasi esclusivamente al femminile: desaparecidas. Nel numero del settimanale L’Espresso (03/01/2021) si legge: “Rapite, violentate, uccise. Costrette a prostituirsi. Le nuove desaparecidas.” Si tratta di quasi 30 mila ragazze scomparse negli ultimi lustri, di età compresa tra i 10 e i 22 anni più o meno, rapite alla luce del sole, violentate e costrette a prostituirsi. Dopo i 22, massimo 24 anni, non servono più e vengono eliminate, i loro corpi disseminati chissà dove. Tanto che Margarita Meira, fondatrice dell’associazione “Madres victimas de trata”, non esita ad usare un paragone forte: “I bordelli sono i campi di sterminio del ventunesimo secolo”. Tra mezzi mancanti, bastoni tra le ruote, ostacoli delle autorità, Margarita oggi porta avanti la sua causa: “Io voglio rendere visibile ciò che avviene nel mio Paese. Quando le persone sapranno, qualcosa succederà. Credo nelle persone, nella lotta e nei giovani”. Noi non riusciamo a capire come eventi così efferati possano ancora accadere. Tuttavia, se “comprendere è impossibile, conoscere è indispensabile e necessario” (Primo Levi)”. La Fidapa, sezione di Augusta sente il dovere di denunciare e divulgare, come primo passo verso la libertà e la salvezza.