Il chiosco di via Sacro Cuore non esiste più: completata la demolizione di quello che un tempo era un simbolo del quartiere e un punto di ritrovo per bambini, adolescenti e adulti della zona.
Undici mesi fa in aprile venne rimossa la parte prefabbricata mentre oggi si è proceduto all’abbattimento dell’ala fissa che esisteva da tempo immemore.
Si tratta, come si ricorderà, del chiosco confiscato alla mafia.
La prima, quella avviata quasi un anno addietro un’azione dovuta nell’ambito della riqualificazione del sito, come spiegava allora il comandante della Polizia municipale Salvatore Daidone, evidenziando che il provvedimento era stato messo in atto dal Comune, in collaborazione con l’Agenzia beni confiscati alla mafia e che, sempre in collaborazione con questo Ente nazionale dello Stato, che si occupa di beni sottratti alla criminalità organizzata, si sarebbe, in futuro, dato corso al procedimento necessario per abbattere anche la porzione fissa del chiosco, realizzato diversi decenni addietro in muratura e ferro.
E quel futuro è arrivato oggi.
L’eliminazione del segmento che allargava il casotto per la vendita di bevande frequentato negli anni da diversi generazioni residenti del quartiere, nel 2024 era stata già considerata un’operazione di legalità realizzata quando alla guida dell’assessorato alla Polizia urbana c’era il consigliere comunale Peppe Montalto e il cui iter era iniziato con l’assessore Giuseppe Carrabino, quando quest’ultimo reggeva la delega assessoriale oggi gestita, invece, dall’assessore Domenico Zanti.
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