Assolti tutti gli imputati nel processo per diffamazione contro l’arciprete di Augusta, attualmente sospeso, don Palmiro Prisutto. Per il Giudice del Tribunale di Siracusa, il fatto non sussiste.
Si è concluso, dopo sette anni, con la sentenza di assoluzione di tutti gli imputati, il processo di primo grado contro i responsabili di alcune Confraternite di Augusta e due cronisti.
All’origine la pubblicazione di un manifesto nel quale l’allora arciprete don Prisutto, ora sospeso dalla carica, veniva accusato di essersi indebitamente appropriato di alcune somme, rivendicate invece da una Confraternita.
I rapporti tra il sacerdote e le Confraternite erano in realtà già compromessi, per divergenze che erano emerse nella gestione di alcuni riti, tra religione e tradizione, e che sono progressivamente degenerate.
Per il giudice onorario del Tribunale di Siracusa Mario Santoro, che ha emesso la sentenza nella serata di ieri, il contenuto del manifesto non configura il reato di diffamazione.
Nel processo, che vedeva imputati alcuni responsabili delle Confraternite, tra cui l’assessore alla cultura Carrabino, ritenuti gli autori del manifesto, erano finiti anche due cronisti di Augusta, l’allora direttore de La Gazzetta Augustana Diletta Casole, e il giornalista della nostra testata Sebastiano Salemi, colpevoli secondo l’accusa di aver concorso nel presunto reato contestato, per aver pubblicato la notizia richiamando il contenuto del manifesto.
La vicenda ha creato una profonda spaccatura nella comunità cattolica e creato tensioni tra la Curia e don Prisutto, che sarebbe anche stato più volte invitato a ritirare la querela.
Il rifiuto del sacerdote avrebbe acuito le tensioni, contribuendo a provocare la sua rimozione da parroco della Chiesa Madre di Augusta.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate e rese note entro i prossimi sessanta giorni, dopo don Prisutto, parte civile nel processo e che si è detto sereno nell’accogliere la sentenza, avrà a disposizione quarantacinque giorni per presentare l’eventuale appello.
Al di là delle motivazioni, senza entrare nel merito della vicenda, tutti noi di Webmarte.tv esprimiamo la piena soddisfazione per l’assoluzione dei colleghi giornalisti, Diletta Casole e Sebastiano Salemi, ai quali va tutta la solidarietà per aver subito le conseguenze di una vicenda alla quale non hanno contribuito, se non esercitando il legittimo diritto di cronaca.